Se i bambini vanno in trincea

Il verde e il nero. Il primo tipico delle mimetiche militari, il secondo colore degli occhi, profondi e impauriti, dei bambini soldato costretti a indossarle. Sono queste le sfumature cromatiche predominanti negli scatti che animano la mostra «Gli occhi della guerra», allestita al museo di Roma in Trastevere (piazza Sant’Egidio, 1/b) fino al 9 novembre. Realizzata dalla onlus Modavi con il sotegno del Comune di Roma, l’esposizione prende spunto dall’omonimo libro fotografico (edito da emme&emme) e racconta la vita nelle trincee dei bambini soldato che impugnano tra le mani armi più grandi di loro. Ma in primo piano c’è anche la guerra vista nelle sue retrovie, con la vita nei campi profughi, e la sua eredità fatta di città da ricostruire e strade da liberare dal pericolo delle mine.
Le ottantacinque foto che animano il percorso espositivo sono state scattate da alcuni inviati di guerra: lo stesso Almerigo Grilz, a poi Gian Micalessin, Fausto Biloslavo, Lord Michael Cecil, Carlo Imbimbo, Stefano Rossi e Mauro Scrobogna; le immagini rappresentano non solo un’occasione per celebrare la grande passione, il coraggio, e la bravura degli inviati di guerra ma anche un modo per ricordare il collega Almerigo Grilz, morto sul campo in Mozambico il 19 maggio 1987 mentre realizzava un reportage di una battaglia. Propongono infatti un dettagliato viaggio attraverso i drammi delle guerre che sono divampate nelle diverse zone del mondo negli ultimi venticinque anni con conseguenze drammatiche soprattutto per le fasce più deboli della popolazione: si parte dal Vietnam, per passare all’Afghanistan, alla Cambogia, ai Balcani, allo Sri Lanka, fino al Libano. «Con questa mostra si chiude un ciclo che dura da più di 20 anni - ha spiegato Gian Micalessin, amico e collega di Grilz, durante la presentazione della mostra - un ciclo iniziato nella Trieste
degli anni ’70 quando eravamo giovani di destra. Almerigo è stato il primo giornalista morto sul campo di battaglia dopo la seconda guerra mondiale ma non ricordato neanche dall’ordine dei giornalisti di Trieste».


Grazie ai fondi che verranno raccolti durante la mostra sarà costruito un dispensario sanitario e un punto di primo soccorso nella Repubblica Democratica del Congo per i bambini della Comune di Mont Ngafula.
L’esposizione rimane aperta dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 20; il biglietto di ingresso costa 5,50 euro, 4 euro è il prezzo ridotto.

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