Claudio Fontanini
Un paesino alle porte di Roma durante l'occupazione nazista, un teatro cadente, una scalcinata compagnia di attori filodrammatici che sta allestendo per il podestà del luogo una commedia dei telefoni bianchi ma che, tra una battuta e l'altra, prepara in realtà un attentato. Torna a Roma al Teatro della Cometa (da oggi al 19 marzo) Scoppio damore e di guerra, lo spettacolo scritto e diretto da Duccio Camerini. Protagonista, insieme con una splendida Lucrezia Lante della Rovere, leclettico Rocco Papaleo nei panni di Bartolo, un candido sfollato meridionale col pallino della recitazione.
«Il mio personaggio è figlio della commedia allitaliana - spiega Papaleo -, un genere nel quale abbiamo dimostrato al meglio le nostre attitudini. Soffro molto oggi nel constatare la difficoltà a ritrovare nei copioni ruoli nei quali immergersi completamente; e quando per miracolo ne arriva uno, mi sembra di gridare in scena tutto il mio entusiasmo». «Il pubblico - aggiunge lattore - ha bisogno di emozioni ed è bello vederlo ridere e commuoversi ogni sera di fronte ad un testo capace di abbinare dramma e comicità». Uno spettacolo che non perde dattualità. «Qualunque storia che parli di dinamiche personali - aggiunge Papaleo - è un archetipo riconducibile al presente. Il campionario di debolezze e virtù degli uomini che presentiamo è invece vicino al nostro tempo».
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