Presidente Podestà, è partita la campagna elettorale per il sindaco?
«Per forza di cose è già partita. Sono elezioni di metà periodo, si completa nel secondo mandato ciò che si è impostato nel primo e su questo è evidente che la signora Moratti e i partiti che la sostengono sono impegnati da tempo».
La impensieriscono gli sfidanti di sinistra?
«Credo che il candidato sindaco della sinistra non sia ancora venuto fuori. Con tutto il rispetto per le figure in campo, mi aspetto che scelgano qualcosa di meglio. Mi chiedo: ma i partiti di sinistra non sanno più esprimere un candidato? Va bene la società civile, tutti veniamo dalla società civile, io lavoro da 45 anni ma vengo anche da un impegno politico. I partiti a sinistra sono scomparsi? Evidentemente sì».
E i rapporti con la Lega?
«I nostri sono rapporti buoni di un’alleanza strategica, ma i leghisti sono anche nostri forti competitor. Se guardo i risultati della città di Milano alle scorse regionali, mi sembra che abbiamo ottenuto un forte distacco».
Non condivide i timori di chi nel Pdl prevede una forte affermazione elettorale leghista?
«Le garantisco che saremo di gran lunga il primo partito a Milano. Ci sarà una bella competizione, siamo anche stimolati. Sta a noi impedire che ci sia la crescita. L’invito è a sapere essere presenti sul territorio e a sapere intercettare le aspettative dei cittadini. Noi siamo un po’ meno semplificatori di loro, a volte la realtà è complessa. Non è sempre facile semplificare».
Pensa che i finiani saranno concorrenti nelle urne?
«Localmente credo che i reali seguaci di Fini abbiano una presenza estremamente limitata. Poi, in una situazione di questo tipo possono raccogliere anche gli scontenti di professione, coloro che di volta in volta cercano un approdo».
Negli equilibri tra Forza Italia e An valeva il rapporto 70 a 30. Esisterà anche per le prossime candidature?
«Il 70 a 30 era transitorio già all’inizio, adesso siamo ormai un partito unico, che senso ha parlarne ancora? È preferibile darsi regole per vedere chi rappresenterà meglio il partito in consiglio comunale. Cerchiamo di premiare coloro che hanno lavorato bene. Tra Forza Italia e An siamo in una situazione di integrazione. Ci sono anche momenti in cui si prendono le misure... veniamo da esperienze diverse».
Conferma i dissapori sull’organizzazione della Festa Pdl?
«Non dissapori ma un confronto di idee. A livello nazionale hanno puntato sulla presenza di ministri e membri di governo. C’è stato anche chi, e ci stiamo lavorando, ha detto di voler affrontare anche tematiche più locali».
Per parlare di questo ha riunito gli ex di Forza Italia?
«È stato un cappuccino e brioche tra tanti amici che vengono dall’esperienza di Forza Italia, vicini a Liberamente ma non solo. Molti amici erano all’estero con monsignor Fisichella, forse ho dimenticato di fare qualche telefonata e non ho avuto il tempo di invitare tutti, me ne scuso. Era solo un momento dopo la fine delle vacanze».
Perché non ha invitato gli esponenti di An?
«Allo stesso modo gli amici di An si ritrovano insieme con il ministro La Russa. E non c’è nulla di strano se poi ci si confronta con chiarezza. È normale e giusto che ci siano questi momenti, ne avevo parlato anche con La Russa».
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