Roma - Si stanno simpatici, il governatore pugliese Nichi Vendola e il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Umanamente, non politicamente. E' già un buon passo perché il nuovo Ulivo battezzato da Pierluigi Bersani non inizierebbe sotto una buona stella se i due aspiranti leader si guardassero in cagnesco ancor prima di iniziare a lavorare insieme. Tuttavia la simpatia non basta, la politica non si fa mica al bar. Quindi se davvero vogliono mettersi insieme, democratici e vendoliani, devo provare a fare di più che starsi simpatici. Anche perché non fanno parte di un'unione di fatto, ma si sono invischiati in un (si fa per dire) ménage à trois con l'Italia dei valori. E Antonio Di Pietro non è certo uno che lesina simpatie a tutti quanti.
Beppe Fioroni che di politica ne mastica da tempo, giorni fa aveva spiegato chiaramente che l'intento della coalizione è unicamente la cacciata del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. A litigare, aveva detto l'ex ministro dell'Istruzione, ci avrebbero poi pensato più avanti. Insomma, un altro spirito rispetto alla lacrimuccia (quasi) versata dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, nel vedere Bersani, Vendola e Di Pietro abbracciarsi e farsi scattare fotografie in quel di Vasto. Secondo il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, il nuovo Ulivo dovrebbe essere un progetto giusto, ma servono un "programma condiviso" e "regole precise". "E' chiaro - ha spiegato nei giorni scorsi l'ex Ds molto vicino a Bersani - che questo soggetto dovrà lavorare sulle alleanze e confrontarsi con le altre forze politiche, a partire dai moderati".
Il Pd si sta consumando nel dilemma se corteggiare l'Udc oppure rifare lo stesso errore di Romano Prodi e allearsi con l'ala più estremista della sinistra. Mentre Casini ha già bocciato l'idea di una coalizione con i democratici, Sel e Idv spingono perché si facciano le primarie per scegliere il futuro leader. Superato questo scoglio, però, il centrosinistra dovrà anche mettere la testa sul programma da proporre agli italiani. E le simpatie non bastano a cavar fuori qualcosa di buono. Eppure nessuno sembra capirlo. Quando ieri sera Vendola ha presenziato alla festa regionale del Sel toscano ha detto chiaramentedi avere per Renzi "molta simpatia umana, non politica". Il leader del Sel è infatti convinto che il sindaco di Firenze "sia una persona per tanti aspetti gradevole e anche vivace, scoppiettante, effervescente". "Questa caratteristica sua personale però non deve indurci in errore: le posizioni politiche che lui sostiene sono talvolta un capovolgimento della realtà", ha concluso Vendola spiegando che non gli va giù il proposito di Renzi di rottamare il passato della sinistra italiana.
"Abbiamo idee diverse sull’economia e non ho mai pensato che potessimo pensarla allo stesso modo su tutto", ha replicato Renzi, convinto che "ci sia un rapporto di simpatia reciproca e io stimo la sua passione". Non solo. Dopo avergli rinfacciato di aver fatto cadere il governo Prodi nel 1998, il sindaco di Firenze ha confermato che le opposizioni devono lavorare insieme per "uscire dalla fase in cui la politica è umiliata come in questo momento". Un in bocca al lupo a Vendola per la sua corsa a leader della coalizione? Non proprio. Perché, sebbene abbia ribadito che "in questo momento non è in ballo" la sua candidatura alle primarie, il sindaco di Firenze potrebbe essere un'altra spina nel fianco di Bersani.
Ad ogni modo, chiunque il Pd decida di proporre come leader dovrà confrontarsi con altri due leader che scalpitano per prendere in mano le sorti del centrosinistra. E la simpatia non basterà a fare andare bene le cose.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.