Il segreto di Ranieri: un centrocampo che sembra nerazzurro

Sissoko e Poulsen hanno dato solidità in mezzo e la difesa prende pochi gol. Gli infortuni restano la vera incognita: Camoranesi entra ed esce dall’infermeria, Buffon tornerà solo tra due settimane

Tre partite, tre gol, sette punti: non ci può essere altro sberleffo ai propinatori di panna montata. Questa è tutta sostanza. La Juve ha ritrovato l’antica scuola (cinismo e solidità) e il Dna delle sue storie vincenti. Contano i fatti, molto meno fantasie, sogni e chiacchiere. Squadra che non conosce il valore estetico delle partite, ma per ora ha dimostrato di non perderne mai il filo. Anche se, con la Fiorentina, si è lasciata andare all’ingenuità finale. Il rebus sta tutto qui? Quanto durerà questa Juve che ha un valore di squadra, che sa esserlo meglio e più delle altre, Inter compresa? Sta dando il massimo, ha già messo in tavola tutte le carte o sta navigando a ritmo di crociera? Se servirà, potrà sostenere il peso degli infortuni, aumentare giocate, intensità, concentrazione, assetto difensivo, forza del centrocampo, pericolosità offensiva? Se la risposta è si, allora non c’è dubbio: questa Juve tira dritto e magari vince lo scudetto. Se ci saranno mezze risposte, sarà un’annata sofferta, talvolta affannata o incerta, e la sfida con l’Inter sarà un esaltante spalla a spalla.
Certo, Juve che non scenderà alle prime fermate. Il cammino intrapreso dalla serie B si sta dimostrando lento, costante, graduale ma con poche incertezze. È ancora la Juve dei grandi vecchi. Camoranesi, Buffon (contrattura, tornerà dopo la partita di Champions in Bielorussia), Nedved, Del Piero, in attesa di Trezeguet che oggi sarà operato, offrono la garanzia di una squadra Doc. Vedi Camoranesi entrare e uscire dall’infermeria e e capisci che la sua assenza conta quasi quanto quella di Ibra per l’Inter. Vedi rifiorire Nedved e sai che, se il fisico terrà, sarà insostituibile. In alternativa vedi Giovinco, giovinetto e bassotto, e capisci perchè non lo fanno giocare. Ragion di stato juventino: finchè non firmerà il contratto alle condizioni della società, starà a guardare. Ma pure ragion di fisico: nel calcio di vertice servono più peso e centimetri.
E, infatti, la Juve ha copiato qualcosa anche all’Inter: i gigantoni del centrocampo, quel duo di uomini tosti e forti, difficili da oltrepassare (Sissoko e Poulsen, ma anche Zanetti se ci fosse) ricordano i bronzi interisti di un paio di anni fa: centrocampo basato su fisiconi e fisicità, difficile oltrepassare certe barriere umane. La forza di ogni squadra parte dalla metà campo e la gente di Ranieri si è messa in linea per garantirsi tranquillità, dominio e sicurezza soprattutto nelle partite del campionato. La Champions racconta un’altra storia e potrebbe essere il veleno nei muscoli, nella testa, nella stagione bianconera. Dimenticare l’Europa per puntare dritto all’Italia, potrebbe essere la ricetta di successo.
Salta all’occhio l’idea di squadra ancora da lavori in corso. Rispetto all’Inter, una rosa di minor qualità e con minor livellamento fra prime e seconde linee. I dubbi sono ancora in difesa, soprattutto sulle fasce laterali: alcuni uomini sono improponibili per chi voglia galleggiare fra i primi in classifica.
Tutti dicono: speranze e sogni stanno nell’attacco. Possibile. Trezeguet è una garanzia. Del Piero ha le sue giocatine d’autore. Iaquinta è un instancabile mulo e Amauri una forza della natura. Ma finora la Juve ha vinto per la solidità della difesa: segnato un gol in ogni partita di campionato e preso uno solo. In Champions realizzata una rete allo Zenit. Tutto col contagocce.

Chiedete al Milan quanto sia difficile conservare le reti di vantaggio? La difesa della Juve forse è nata per caso (Chiellini centrale, Legrottaglie ripescato), ma non sarà un caso se trascinerà la squadra a un Inter-Juve che è stato derby di tutto: veleni e calcio, dispetti e colpi bassi. Duello da scudetto. Gli ultimi forse taroccati. Ma questa Juve è più vera: forse non ha i fenomeni calcistici a cui era abituata, però è una squadra nel senso concreto del termine. Non ha paura e sa far paura.

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