"Sei pezzi facili" per Paolo Sorrentino. L'omaggio a Mattia Torre in sei puntate

Il regista da Oscar adatta per la tv i drammi dell'artista morto nel 2019

"Sei pezzi facili" per Paolo Sorrentino. L'omaggio a Mattia Torre in sei puntate

Teatro contemporaneo, ma anche televisione. E magari un po' di cinema. Mescola i diversi linguaggi per puntare soprattutto alla qualità, il progetto firmato da Paolo Sorrentino per Rai tre: Sei Pezzi Facili che (con titolo ispirato ad un cult cinematografico del 1970) dal 19 in seconda serata presenterà altrettanti atti unici di Mattia Torre, il commediografo divenuto sceneggiatore di successo grazie alla serie tv Boris, e scomparso a soli 47 anni, nel 2019. A curare la regia televisiva del progetto, con riprese effettuate in quel teatro Ambra Jovinelli di Roma che era un po' la casa di Torre, e con i suoi attori-amici di sempre sul palco, il premio Oscar Paolo Sorrentino. «Mi sono avvicinato al teatro di Torre con il massimo rispetto e con la voglia di valorizzare e amplificare, grazie alla cinepresa, proprio il suo talento teatrale dichiara il regista- Siamo partiti con l'idea di filmare un solo testo. Poi abbiamo deciso di farli tutti. Nel riprenderli mi sono imitato a fornire a questi allestimenti teatrali pochi appigli cinematografici: delle minime ibridazioni. Con testi e interpreti simili ogni aggiunta era superflua». La maggior qualità del teatro di Torre? «Mattia è un grandissimo indagatore delle nostre miserie sintetizza Sorrentino- E ci ricorda che certe miserie si può arrivare perfino ad amarle».

Ricco il carnet di titoli e interpreti. Il 19 la serie viene aperta da Valerio Mastandrea in Migliore; seguirà il 26 Geppi Cucciari in Perfetta, quindi il 3 dicembre sarà la volta di Valerio Aprea e Paolo Calabresi con Qui e ora, e di nuovo gli stessi interpreti il 17 dicembre con In mezzo al mare e Gola; per concludere col corale 456 che il 10 dicembre vedrà riuniti Giordano Agrusta, Massimo De Lorenzo, Cristina Pellegrino, Carlo De Ruggieri. La vedova del commediografo, Francesca Rocca, ricorda: «Mattia era un regista molto rigoroso. Dirigeva i suoi spettacoli come fossero una prosecuzione della sua scrittura, e quando in scena c'erano i suoi testi i teatri facevano sold out. Il mezzo televisivo rappresentò per lui, grazie a Boris, la possibilità di raggiungere un bacino enorme. Così questo Sei pezzi facili, sposando il teatro che era la sua casa, alla tv che gli ha dato maggiore visibilità, e assieme Paolo Sorrentino che è il cinema, rappresenta il più bel regalo per i suoi 50 anni che potessi augurarmi. Anche se non sono credente sento che lui aleggia attorno a noi, ed è felice». Entusiasta dell'iniziativa l'ad Rai Carlo Fuortes: «Un progetto originale, uno dei momenti migliori della Rai di oggi, che ricorda i tempi in cui questa azienda coinvolgeva grandi artisti come Fellini, Bertolucci, Olmi, Ronconi. Ebbene: oggi questa è una tradizione che si ripete».

Prodotto da Fremantle per Rai Cultura, Sei pezzi facili riporta Paolo Sorrentino ad una forma particolare, e non semplice, di regia televisiva: quella degli allestimenti teatrali, che il regista aveva già frequentato con le riprese tv di due suoi spettacoli di enorme successo: gli eduardiani Le voci di dentro e Sabato domenica e lunedì, entrambi affidati a Toni Servillo. L'emozione più forte, però, in questo caso non è stata artistica, quanto umana. «Sentendo recitare gli attori sembrava di sentir parlare Mattia- confessa Sorrentino. È stato per me commovente».

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