Seicento scuole senza certificati antisismici

Le scuole comunali milanesi (seicento in tutto) sono fuori controllo. Milano, infatti, risulta uno degli undici comuni della provincia che non ha ancora attivato una verifica sullo stato di sicurezza dei plessi scolastici di sua competenza (materne, elementari e medie inferiori).
«Di fatto - dichiara Giorgio Ponti, l’architetto che coordina l’osservatorio dell’anagrafe scolastica provinciale - sono anni che aspettiamo i dati sulle scuole milanesi. Ci siamo anche offerti di mettere a disposizione le nostre competenze per aiutare i tecnici di Palazzo Marino ad adempiere a questo importante compito: non ci hanno nemmeno risposto. Solo ultimamente abbiamo saputo che si aspetta che siano i presidi a fornire la documentazione necessaria». E ancora: «Una richiesta assurda, perché i presidi non hanno alcuna competenza per svolgere questo compito».
I controlli necessari per definire l’anagrafe scolastica riguardano appunto il rispetto di tutte le norme previste in materia di sicurezza delle strutture, dai certificati antisismici, di collaudo statico, di rispetto delle norme antincendio e di natura sanitaria. Controlli che una specifica legge dello Stato del 1996 (la cosiddetta legge Masini) aveva disposto delegando la sua attuazione alle regioni a cui erano stati messi a disposizione una decina di milioni di euro. In Lombardia il Pirellone aveva poi delegato le province ad intervenire.
«Si tratta di requisiti fondamentali per capire se i nostri figli frequentano ambienti in cui non corrono il rischio di lasciarci la pelle - continua Ponti -. Ecco perché ci pare davvero incomprensibile l’inadempienza a effettuare questi controlli». Ma in quale situazione si trovano effettivamente le scuole milanesi? Secondo l’architetto i problemi più gravi riguardano appunto le strutture comunali. «Le superiori - dice - sono quasi a posto, per la tradizionale attenzione e gli investimenti della Provincia. Le scuole per i più piccoli sono invece fuori controllo. Forse solo quelle appena ristrutturate ci lasciano abbastanza tranquilli, ma solo in parte, e di fatto non credo che vi sia una sola scuola assolutamente in regola».
La tragedia dell’Aquila ripropone poi la questione dei terremoti. E a Milano? «Il nostro territorio - spiega Giorgio Ponti - è classificato zona sismica a basso livello. I rischi sono dunque inferiori a quelli dell’Abruzzo, ma vanno comunque contemplati se si vuole prevenire qualsiasi tipo di danno alle persone innanzitutto, ma anche alle strutture. Sono appena tornato dalla Cina su invito di quel governo per dare consulenza per la realizzazione di strutture scolastiche sicure. Le competenze per intervenire, dunque, le abbiamo e ci sono riconosciute in tutto il mondo. Ma se il problema non riesce a trovare la necessaria sensibilità a livello politico, la situazione continuerà a restare a rischio com’è attualmente». L’intervento va dunque rilanciato, ma con quali risorse? I soldi messi a disposizione dalla legge Masini sono finiti e l’anagrafe scolastica non è più stata più rifinanziata.


«I controlli - conclude l’architetto Ponti - sono il primo passo per fare vera prevenzione, per programmare gli interventi per la messa in sicurezza delle scuole che resta un obiettivo che drammaticamente stiamo tutti trascurando».

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