Igor Principe
Nel 1906 Milano ospita la grande Esposizione Internazionale del Sempione: 11 padiglioni su un'area di un milione di metri quadrati tra il Parco del Castello e la zona in cui sorgerà la Fiera Campionaria. Con quell'evento, la città intende festeggiare l'apertura, sulla linea che la unisce a Parigi, della più lunga galleria ferroviaria al mondo: il traforo del Sempione (19,8 km).
Cent'anni dopo, una mostra celebra sia l'opera sia l'esposizione. Si intitola «La scienza, la città, la vita: l'Esposizione Internazionale del Sempione», e sinaugura oggi alla Galleria delle Scienze dell'Università degli Studi - Bicocca, dove sarà visibile fino al 30 giugno (ingresso libero).
L'occasione è ghiotta, se si vuol cogliere l'importanza di un anno - il 1906 - passato sotto silenzio. «C'è poca letteratura e poca storiografia a riguardo», dice Pietro Redondi, storico della scienza in Bicocca e, con Domenico Lini, curatore della mostra. «Eppure si tratta di un anno fondamentale per cogliere il fermento tecnologico, scientifico e sociale che animava quel periodo della vita milanese. L'Esposizione non fu solo un grande evento collettivo, ma uno specchio di un vero decollo verso la modernità».
La mostra ricostruisce, anche fisicamente, quell'evento. Vi si accede passando da un modello del doppio portale che immetteva nel tunnel del Sempione - è lo stesso tipo di ingresso utilizzato allora in Foro Buonaparte per entrare nell'Esposizione - e si scelgono i padiglioni da visitare. In quello delle auto, tra i modelli, un'Isotta Fraschini del 1902; in quello aeronautico, il motore Anzani montato sull'aereo che nel 1909, pilotato da Louis Blériot, trasvola per la prima volta la Manica; in quello della metrologia, un ventaglio di strumenti, conservati al Politecnico, utilizzati per le misurazioni necessarie alla costruzione del traforo. E poi il padiglione della Cina, del Canada, della Russia; quello della Pirelli, allora leader nella produzione dei cavi elettrici.
Non ultima, si potrà ammirare la perforatrice inventata dall'ingegnere Alfred Brand, con cui fu scavato il traforo. «Era considerata una macchina all'avanguardia, ecologica - spiega Redondi -. Spargeva acqua, così evitava l'emissione della polvere delle rocce, una delle maggiori cause di silicosi per gli operai. L'innovazione tecnologica utilizzata nel traforo del Sempione fu di portata eccezionale. E poi furono utilizzate cautele igieniche e sanitarie che abbatterono il numero di vittime del lavoro. C'erano due medici, assistenza infermieristica, docce obbligatorie per gli operai».
Portando convogli dalla Francia all'Italia e viceversa, quell'opera titanica - «non meno importante del canale di Suez o, per noi, dell'Eurotunnel», dice Redondi - traghetta Milano e l'Italia nella modernità, agganciandola al treno - è il caso di dirlo - della rivoluzione scientifica lanciata da Einstein nel 1905 con la teoria della relatività ristretta. «Si accorciano le distanze, ci si muove più velocemente anche grazie alle auto - prosegue il professore -. Le persone percepiscono il tempo come qualcosa di veramente relativo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.