Con la morte di Jorge Semprún scompare uno spirito che ha fatto della libertà una delle conquiste più difficili della sua ricerca di uomo e scrittore. Nato a Madrid nel 23 ma francese dadozione, insignito di riconoscimenti internazionali (come il premio Formentor per il racconto Il grande viaggio), militò nel partito comunista, dal quale fu espulso nel 64 per le critiche al regime stalinista e i dissensi con Salvador Carrillo, responsabile del partito iberico. Sotto false identità svolse poi unintensa attività politica contro il franchismo, quindi divenne ministro della cultura nel governo socialista di Felipe González.
È dunque difficile separare in Semprún la frontiera dellimpegno ideologico, che meglio si precisa in Francia durante la lotta clandestina contro loccupazione nazista e lo porta a essere arrestato dalla Gestapo e alla prigionia nel campo di Buchenwald, dallesperienza più strettamente letteraria e cinematografica (si è occupato della sceneggiatura di film e documentari). Anche nei libri di più alta resa letteraria - pensiamo soprattutto a Vivrò col suo nome, morirà con il mio (2005) dove lautore descrive il quadro crudele dellesistenza dei prigionieri nel lager tedesco - Semprún affronta, anche se non scioglie, il nodo della responsabilità della dirigenza comunista, che controllava clandestinamente lorganizzazione del lavoro e la gestione della vita nel campo di concentramento. Erano i kapos rossi - lascia intendere lo scrittore - a indicare ai tedeschi i nomi dei compagni condannati allinferno dei lavori forzati e allinevitabile morte. Anche nel precedente racconto Ventanni e un giorno (2002) Semprún fa rivivere un tragico episodio avvenuto allinizio della guerra civile spagnola; di nuovo la realtà romanzesca attinge alle esperienze personali, su uno sfondo umano e sociale che delinea un processo di riconciliazione dalla lotta fratricida del passato.
Quadro storico, autobiografia e biografia (come il libro Montand, la vita continua, incentrato sul noto attore francese, interprete di numerosi film sceneggiati dallo scrittore) sono materiale privilegiato da Semprún per la sua produzione letteraria che negli ultimi anni torna alla forma del saggio, interessandosi al futuro dellEuropa e del mondo, nellambito di una riflessione morale già iniziata con il libro Male e modernità, che riunisce una serie di conferenze in cui lombra dei tragici fatti del campo di sterminio ancora una volta oscura le pagine del monologo-dialogo che lo scrittore apre con i lettori. Nel trionfo dellimpegno e dellideale politico, Semprún però non dimentica linvenzione, la meditazione critica, la dichiarazione damore per la poesia e larte.
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