«Serve una legge speciale per l’edilizia»

Trasparenza, semplificazione, tempi certi nel pagamento dei lavori. Sono le rassicurazioni date dal ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, agli imprenditori edili di Assimpredil Ance riuniti ieri in assemblea. Il governo, garantisce il ministro, entro le prossime due settimane elaborerà le nuove modalità per il recupero dei crediti maturati dalle aziende del settore con le amministrazioni pubbliche. Modalità che diventeranno operative entro i prossimi sei mesi e che tendono non solo a sanare posizioni aperte da mesi, ma soprattutto ad avviare cambiamenti in termini di trasparenza e semplificazione nei rapporti tra imprese e Pubblica amministrazione.
Brunetta risponde così alle sollecitazioni di Assimpredil che, come già aveva fatto anche pochi giorni fa il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, individua nei lenti o mancati pagamenti degli enti pubblici alle aziende una delle cause della crisi del settore edile. Settore strategico, secondo il ministro, per la ripresa economica complessiva, origine ma anche possibile soluzione della crisi. «La crisi è iniziata con l'edilizia e finirà con l'edilizia - ha detto Brunetta -. È per questo che il governo ha elaborato il piano casa, con il social housing e la possibilità di ampliamento degli immobili. E, soprattutto, con la vendita delle proprietà ex Iacp, che creerà un milione di nuovi proprietari e un’ingente quantità di nuovi investimenti in ristrutturazioni». Insomma, secondo Brunetta è quello edile il settore destinato ad assorbire e rimettere in circolo la liquidità accumulata grazie a quel 2% in più di potere d'acquisto guadagnato da salari e pensioni negli ultimi mesi.
Ma le «liaisons dangereuses» con gli enti pubblici non sono la sola difficoltà incontrata dalle aziende edili. Assimpredil Ance chiede una politica urbanistica libera dal tabù della conservazione a tutti i costi e una maggiore qualificazione delle imprese. Poche ma essenziali linee guida per far diventare Milano una città moderna e che possono raggrupparsi sotto il cappello di una auspicata legge speciale per Expo, «da approvare con la prossima legge finanziaria - ha detto il presidente dell'Associazione, Claudio De Albertis - che preveda un’accelerazione dei tempi burocratici per l'approvazione dei progetti, una estensione degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e nuove costruzioni e, soprattutto, favorisca una sorta di "rottamazione" degli edifici». Per cogliere l’opportunità di Expo è necessario avere tempi di progettazione e realizzazione più brevi, garanzie di competitività basata sulla qualità e non su una politica dei prezzi al ribasso e controlli sulla trasparenza delle gare d’appalto. Indice puntato, dunque, non solo all’esterno, ma anche all’interno della categoria. «Attualmente il nostro settore - ha detto De Albertis - è costituito da troppe imprese, troppo piccole e polverizzate. Occorrono aziende più strutturate e organizzate» capaci di offrire prodotti di qualità ed ecologici.

Solo così «sarà possibile offrire ai milanesi e ai milioni di visitatori che arriveranno nel 2015 una "green town" - ha concluso il presidente -, una città che avrà fatto passi da gigante verso la sostenibilità ambientale, con prodotti edilizi evoluti e rispondenti ai reali stili di vita dei cittadini».

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