Sgombero lampo all’ex Marchiondi: via i 70 nomadi

È durata solo una notte l’occupazione dello stabile. De Corato: «Troppi irregolari, non può far tutto il Comune»

Dopo la pioggia e il fango di via Triboniano, ieri mattina, sotto il sole, è toccata all’ex istituto Marchiondi. Un nuovo sgombero, retaggio dei precedenti avvenuti nei giorni scorsi, in particolare quello all’ex area Falck di Sesto San Giovanni i cui occupanti in fuga venerdì sera non hanno esitato a cercare rifugio nel grosso stabile di via Noale, a Baggio.
Sono 70 gli irregolari che ieri mattina la polizia, i vigili urbani e i carabinieri hanno fatto sloggiare dall’ex istituto scolastico di proprietà del Comune di Milano, sotto la tutela dell’intendenza alle Belle Arti e già proposto per il recupero perché da anni usato abusivamente come dimora dai nomadi. E non appena le forze dell’ordine ieri all’alba sono entrate nei locali della vecchia scuola superiore è stato immediatamente fin troppo chiaro chi erano quei poveracci destinati a finire nei corridoi dell’ufficio immigrazione di via Montebello per il controllo dei permessi di soggiorno: sei bambini, tante donne, molti anziani e giovani storpi destinati dai loro voraci sfruttatori a impietosire gli automobilisti chiedendo la carità ai semafori.
«Gli altri clandestini, i maschi adulti, quelli sani insomma, lo sapevamo bene che non li avremmo trovati qui, che se la sarebbero “telata” - ammettono i vigili urbani sul posto, sghignazzando -. In questa struttura disabitata si sono rifugiati solo i più deboli». E sgomberarli dall’ex Marchiondi non è stata certamente un’impresa: le operazioni delle forze dell’ordine, cominciate all’alba, alle 10 di ieri erano già state completate mentre i furgoni blu della questura, pieni di nomadi e poliziotti, stavano rientrando alla base.
Dopo lo sgombero, il tempismo dell’intervento del vicesindaco Riccardo De Corato. «Da solo il Comune di Milano non può più far fronte alla presenza di clandestini, irregolari e abusivi. Per questo abbiamo presentato un protocollo d’intesa, predisposto dall’assessore alle Politiche sociali Mariolina Moioli, per concertare nuovi interventi e coinvolgere direttamente Regione, Provincia, altri comuni dell’hinterland, forze dell’ordine e anche associazioni di volontariato».
Un documento «importante - spiega De Corato - per trovare insieme nuove soluzioni a questa emergenza e che, tra le altre problematiche da affrontare, sarà sottoposto dal sindaco Letizia Moratti al ministro dell’Interno, Giuliano Amato, nell’incontro a Milano di mercoledì prossimo».
Dice la sua anche Carla De Albertis, esponente di An e assessore comunale alla Salute. «Bisogna continuare a rincorrere i clandestini abusivi e sfollarli man mano che occupano. È necessario stare loro col fiato sul collo.

Non sono d’accordo con don Colmegna che parla di integrazione: abbiamo dato ai rom tanto tempo per integrarsi, un esempio su tutti è lo stabile di via Adda, ma loro non hanno nessuna intenzione di integrarsi. Sono nomadi? E allora devono circolare - conclude la De Albertis -. Vanno inseguiti e sgomberati, senza aspettare che si riorganizzino in un nuovo stabile, così capiranno che Milano non fa per loro».

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