G come Giorgio Gaber. Ma anche come Grassi, il teatro dedicato al lungimirante impresario che insieme a Strehler, nel dopoguerra, diede inizio all'avventura del primo Stabile italiano. Un palco su cui il mitico «Signor G» era di casa, e che da oggi al 24 maggio lo celebra con una nuova edizione di «Milano per Gaber», rassegna di spettacoli ed eventi promossa dalla Fondazione Giorgio Gaber, col sostegno di Comune e Imaie, per approfondire il repertorio musicale e teatrale del poliedrico artista scomparso nel 2003. Cinque le iniziative in programma, che ricostruiscono da diversi punti di osservazione l'atmosfera e il contesto culturale (italiano e milanese) dell'epoca, anche alla luce dell'attualità.
Significativo l'appuntamento d'esordio, oggi alle 20,30, con il filosofo Umberto Galimberti faccia a faccia con «Il pensiero al tramonto dell'Occidente» (conduce Paolo Dal Bon, presidente Fondazione Gaber). Nella cornice delle grandi tematiche sociali e individuali care a Galimberti si scopriranno le inattese e sottili analogie che ne legano il pensiero con le intuizioni del Teatro-Canzone di Gaber e Luporini. In calendario non poteva mancare un tributo all'indimenticato Enzo Jannacci, il cantastorie milanese che con Gaber fondò nel 1958 il duo canoro «I due Corsari», prima tappa di uno stretto sodalizio umano e artistico: mercoledì 22, alle 20,30, va in scena «Ecco tutto qui, le canzoni e la vita di Enzo Jannacci» raccontate dal figlio Paolo e dal giornalista Enzo Gentile, ovvero «Tutto quello che avreste voluto sapere di Enzo Jannacci e non avete mai osato chiedere». Musicista curioso ed eclettico, è ricordato come un personaggio di successo in teatro, in televisione e sulla pellicola. Ma prima di tutto è stato un medico dalla parte degli umili e degli emarginati, legatissimo alla professione e alla «sua» Milano.
Giovedì, alle 18, si approfondisce «La storia del Signor G con il Piccolo Teatro di Milano»: racconto di un'irripetibile collaborazione artistica attraverso le voci di Sergio Escobar, storico direttore del Piccolo, Maurizio Porro, giornalista e critico, e Giovanni Soresi, stretto collaboratore fin dagli esordi teatrali nel 1970. Sempre giovedì, alle 20,30, c'è «Io, noi e Gaber», docufilm scritto e diretto da Riccardo Milani, vincitore del Nastro d'Argento come miglior documentario 2024: un ritratto esclusivo, girato tra Milano e Viareggio, che attraversa le varie fasi della carriera, dalla notorietà televisiva al teatro, senza dimenticare l'impegno politico e culturale. Interverranno Massimo Bernardini, Ricky Gianco e Gino&Michele. Proprio alla temperie politica è dedicato l'appuntamento conclusivo «La scorta di Enrico.
Quando i supereroi lavoravano per il Pci», spettacolo con Luca Telese in programma venerdì alle 20,30: vicenda i cui protagonisti, figli della Resistenza, sono uniti dalla fede comunista incarnata nella figura di Enrico Berlinguer, storico segretario e leader del partito. Il riferimento gaberiano è alla canzone «Qualcuno era comunista», parte di un suo show allestito nel 1992, al tramonto della Prima Repubblica.
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