Adesso gli avversari avranno unarma in più per stringere il cappio daccusa: i costumi superveloci mettono a rischio lincolumità fisica, non solo la credibilità dei record. Testimonial involontario Cesar Cielo, il ventunenne biondo brasiliano, primatista sudamericano dei 100 stile: nel tentativo di indossarne uno, prima di una gara (Gp dellOhio), si è fratturato entrambi gli alluci dei piedi. Il costume, il Tyr Tracer Light che, insieme al Lzr Racer della Speedo, ha prodotto nuovi mostri della velocità e mille dubbi sulle prestazioni, era leggermente (?) stretto. Infatti, per entrarci, il corpo deve quasi prosciugarsi (tempo minimo 15 minuti). Cielo alla lunga si è impigliato nel tessuto, strappato il supercostume, perso lequilibrio e fratturato (microfratture) gli alluci. Il brasiliano è quasi svenuto dal dolore, ma si è ripreso, ha gareggiato ugualmente e vinto battendo Michael Phelps. Niente male!
La storia servirà ad arricchire la leggenda dei nuovi costumi, sarà lennesima iniezione di dollari per il marketing e renderà ancora più feroce la guerra dei gabbati. Tali, infatti, sono le ditte che non si sono rivolte alla Nasa per studiare tecnologie avanzate, non hanno intravisto buchi nei regolamenti per dotare gli atleti di costumi innovativi ed ora devono ricorrere a ogni mezzo (ultimo tribunale quello del Tas) per ristabilire un equilibrio. Oggi a Manchester partiranno i mondiali in vasca corta, ieri la Federazione internazionale ha deciso di introdurre nuovi blocchi di partenza dopo le Olimpiadi (simili a quelli dellatletica per avere più spinta alla partenza), sabato le grandi ditte del nuoto si ritroveranno con la Fina per chiarire regole e cercare di stoppare luso dei costumi.
Difficilmente la Fina darà torto alla Speedo, suo sponsor privilegiato: i danari già incassati, per altri fini, contemplano anche un paio di occhi chiusi. Del resto la Fina ha accettato che le finali olimpiche si svolgano di mattino, anziché di sera, per favorire interessi di business e dollari.
Ieri lArena, il marchio che ha sotto contratto la nazionale italiana, ha pagato una pagina sulla Gazzetta dello sport per chiedere alla Fina di ripensarci, parlando di etica, regolamenti e sportività. Fine ultimo: mettere al bando i costumi da qui a Pechino compresa. Il punto forte parla di materiale che permetta allatleta di esprimere al meglio le capacità, ma non di incrementarle. In altro caso i costumi andrebbero a sbattere contro una regola fondamentale: vietato indossare uno strumento che permetta di incrementare la velocità, il galleggiamento o la resistenza.
Il problema tocca anche le speranze azzurre. Ma in quel caso (salvo miracoli dellArena) cè un solo rimedio: comprare i costumi Speedo e indossarli senza marchio.
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