RomaIl governo è in sella è ci resterà fino al 2013. «Non consegneremo lItalia a Bersani, Vendola, Di Pietro. Andremo avanti nonostante i giornali, il fango e i fantomatici salotti dei poteri forti». Silvio Berlusconi blinda lesecutivo davanti a una folla di giornalisti riuniti per lui alla sala del Mappamondo di Montecitorio, dove si presenta il libro di Giuseppina Cerbino dedicato a Domenico Scilipoti per il quale il Cav ha scritto la prefazione. Allesponente dei Responsabili, che il premier chiama confidenzialmente Mimmo, lo unisce lessere vittima «della capacità di diffamazione dellopposizione». «Credo che nessuno mi possa contraddire - dice Berlusconi - se dico che nessuno come me è stato oggetto di tanta violenza denigratoria».
Le scarpe di Berlusconi sono piene di sassolini. E lui se ne toglie qualcuno ricordando che «lopposizione in Italia non si rassegna a giocare una partita allinterno delle regole democratiche. Non esiste nessun altro Paese europeo nel quale se si perdono le elezioni di medio termine si chiede di andare a votare. Non è accaduto alla Merkel e nemmeno a Zapatero nonostante la sua débâcle». Tatticismo politico, ma anche dna ideologico: «Per la sinistra lavversario è un nemico da distruggere, da ridicolizzare e spesso anche da odiare. Noi lavversario lo contraddiciamo ma lo rispettiamo. So che il direttore di una rivista ha affidato ai suoi giornalisti il compito di ricercare frasi di insulto da me pronunciate nei confronti di avversari. Ebbene, per ben due volte questa ricerca non ha prodotto alcun risultato».
Malgrado ciò non è il giorno delle recriminazioni per il Cav. Ma quello di guardare in avanti. «Ci sono tre grandi riforme che ci aspettano: quella della giustizia, quella dellarchitettura dello Stato e quella del fisco. Grazie a una maggioranza forse meno numerosa ma di certo più coesa le porteremo a termine». Il tema del giorno è la manovra finanziaria e Berlusconi non si sottrae alle domande sul cosiddetto lodo salva-Fininvest: «Detto che la Fininvest si salva benissimo da sola senza bisogno di alcuna norma, non sono io che lho scritta. È una norma sacrosanta, ma siamo in un Paese in cui se qualcuno sta inventando la penicillina, viene fermato da un altro che gli dice: e se poi serve a Berlusconi? Quindi appena ho capito che creava un caso ho chiesto che venisse tolta. Anche se non si trattava di un provvedimento ad personam ma di una norma giusta fatta in favore di molte, moltissime aziende, in particolare quelle che operano nei lavori pubblici». Per questo Berlusconi prevede che possa essere reintrodotta «dopo la sentenza sul caso Fininvest che ci dovrebbe essere a breve».
Quanto al resto della manovra, il premier apre a nuove proposte e a modifiche nel corso delliter parlamentare, «purché non sia toccato il saldo finale», ma si dice consapevole che in fin dei conti «la crescita non dipende dal governo: questa è unillusione statalista della sinistra. A far crescere leconomia sono le imprese e chi nelle imprese ci lavora» oltre allo «spirito di sacrificio con cui i cittadini sono disposti alla revisione di un welfare obsoleto che per garantire tutti non garantisce più nessuno».
Poi una provocazione che ribalta il punto di vista sullevasione fiscale: «Io sono il primo contribuente italiano, e non posso giustificare chi evade le tasse. Però la pressione fiscale è eccessiva e se chi paga le tasse non ha un giusto sentimento dei servizi che dovrebbe ricevere in cambio, ecco che scatta la giustificazione morale. Lattenzione del governo è per una pressione fiscale più giusta che riduca levasione». Altro argomento di carattere economico-finanziario, la nomina del successore di Mario Draghi a Benkitalia: «Stiamo parlando serenamente, ho fatto diversi colloqui, parlerò anche con rappresentanti della Banca dItalia e delle opposizioni ma non cè fretta, abbiamo tempo fino all1 novembre».
Poi Berlusconi, sollecitato dalle domande dei giornalisti, parla di legge elettorale, chiudendo la porta a un possibile ripristino delle preferenze: «Il sistema elettorale che cè è ottimo per mantenere il bipolarismo». Su questo cè identità di vedute con lopposizione: «Lultima volta che mi sono confrontato sul tema con Fassino, mi ha confermato lintenzione di conservare lindicazione dei candidati da parte delle segreterie di partito per garantire la presenza nelle commissioni di persone competenti nelle varie materie». Infine la guerra in Libia.
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