Si sposò sei volte, ma amò Marilyn

L’unica donna che forse non riuscì a convincere fino in fondo fu sua figlia: Jamie Lee. Come spesso accade agli «spasmodici» sentimentali, ai bulimici di conquista, dedicò più energia a fagocitare in fretta tanti sostituibili amori che a coltivare per bene quelli fondamentali. E lei, la figlia attrice, passò tanta parte della sua vita lontana da lui, da fargli ammettere a un certo punto della sua vecchiaia: «Sono stato un fallimento come padre». Apparentemente non lo fu come «amante», posto che sei mogli rappresentino davvero un certificato di garanzia, per le tante donne che caddero sotto il suo sguardo azzurro polare.
La carrellata di sedotte di Tony Curtis (tra «legittime» e un po’ meno) iniziò con la collega e prima moglie Janet Leigh, che sposò, come ammise poco elegantemente, «per carriera, perché per farla bisogna avere accanto la donna giusta» e dalla quale, comunque, Curtis ebbe due figlie: Jamie Lee, appunto, e Kelly. E si concluse con Jill Vanderbergh, di quarantadue anni più giovane di lui. Ma in mezzo ci fu di tutto. Dalla seconda moglie, l’attrice austriaca Christine Kaufmann, ebbe due figlie (Alexandra e Allegra), mentre dal matrimonio con Leslie Allen nacquero Nicholas (morto per overdose di eroina a ventitrè anni, nel 1994)e Benjamin. E poi ci furono tutte le altre. Quando, nel 1948, Curtis arrivò nella patria del cinema, a Hollywood, fu come per un topo entrare in un’immensa forma di formaggio. Del tempio delle star parlò come della più grande giostra mai inventata, come di una gigantesca agenzia matrimoniale «queste ragazze di diciotto-vent’anni chiedono solo di essere portate a casa e di essere sposate». E una volta sintetizzò: «Il segreto di una vita lunga e felice? La saliva delle ragazze. Adoro baciare e vivo sperando di farlo sempre». Lo ha fatto spesso, in effetti. Ebbe una storia persino con Natalie Wood, e, soprattutto, con Marilyn Monroe. Della bionda più famosa del mondo, Curtis confessò che «tutto era bello con lei, sebbene non sapessi mai cosa pensasse la mia partner mentre eravamo a letto insieme. Scoprii solo in seguito che durante quel nostro rapporto segreto Marilyn era rimasta incinta e aveva perso il nostro bambino». Fu forse, quello con Marilyn, l’unico rapporto su cui l’attore si soffermò con più coscienza in mano.

Per questo, un giorno, mettendo se stesso un po’ da parte, disse di quella fata infelice: «Aveva scritto in viso le sofferenze della vita e mi commuoveva il fatto che fosse stata in orfanatrofio, proprio come me e che sua madre fosse una schizofrenica. L’ho amata e mi amava anche lei, ma volevamo stare tutti e due sullo schermo. E questo spiega tutto».

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