Si uccide per amore gettandosi dal suo ufficio

I sandali abbandonati a terra, davanti alla finestra alta e stretta che, dal bagnetto delle donne, dà sul cavedio, la tromba delle scale per l’aerazione interna al palazzo. E un post-it lasciato sulla porta interna, con un testo inequivocabile: «Amore, ti amo più della mia vita. Chiedo scusa ai miei genitori». La giovane impiegata che l’ha letto, ieri mattina - all’interno del bagno femminile della «Icim spa», una società che ha sede nella centralissima piazza Diaz - ha capito subito che la sua collega Sara, 26 anni, si era buttata di sotto: un volo tre piani.
«La ragazza si è arrampicata fino alla finestrella e, in fondo al cavedio, ha notato il cadavere di Sara. Allora è corsa in ufficio, disperata. “Chiamate il 118! Presto!” - racconta un anziano collega, padre di famiglia -. Eravamo arrivati al lavoro da un quarto d’ora al massimo. Sara ha timbrato il cartellino verso le 9.20, ha lasciato la borsa sulla scrivania e, subito dopo, è andata in bagno, si è arrampicata fino a quella finestrella e si è buttata nel vuoto... I vigili del fuoco hanno faticato non poco a tirarla fuori da lì: il cavedio è di difficile accesso».
«Sara non parlava mai dei suoi problemi- continua l’uomo, tra le lacrime -. Tuttavia quando, negli ultimi tempi, avevamo notato in lei un leggero ma inspiegabile calo di rendimento (non aveva mai fatto una assenza, nemmeno per malattia!) e quando glielo avevamo fatto notare, lei era rimasta apatica. Eppure era stata entusiasta quando, dopo un contratto temporaneo, da maggio ne aveva uno a tempo determinato per una sostituzione maternità».
Sara O., figlia unica e residente con i genitori a Legnano, laureatasi in lingue con il massimo dei voti, soffriva da tempo per una relazione sentimentale con troppi alti e bassi. Negli ultimi tempi la ragazza - che per la Icim svolgeva lavori di segreteria - si era lasciata di nuovo con il suo lui. E questo le aveva provocato un forte disagio, forse una vera e propria depressione. «I suoi genitori - insiste il collega - quando sono arrivati qui, hanno detto che, in un certo senso, un gesto del genere se lo aspettavano.

Stamattina (ieri per chi legge, ndr) poi la madre, che l’ha accompagnata in stazione a prendere il treno, ci ha raccontato che il convoglio era in ritardo perché qualcuno si era suicidato buttandosi sulle rotaie». Un gesto che forse Sara ha voluto imitare.

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