Signore e signori, il British Open A Turnberry la madre di tutto il golf

Devo averlo detto e scritto mille volte ma è la pura e semplice verità: l'Open Championship (che il vulgo chiama British Open!) ha un solo equivalente nel mondo dello sport individuale ed è Wimbledon. Quest'anno «il centrale» del golf mondiale torna ad essere Turnberry ed il suo mitico percorso dell'Ailsa nato nel 1907 e che è considerato il miglior campo «marino» di Scozia e tra i più suggestivi ed impegnativi che sia dato di giocare. Dieci buche lungo le dune sabbiose le altre, un po' più interne, che riportano verso il club. Tutte splendide. Simboli storici del tracciato voluto dal marchese di Ailsa: il faro che sulla scogliera si staglia davanti all'isolotto di Ailsa ed il monumento che ricorda come i fairways di Turnberry furono strategici durante le due guerre mondiali trasformandosi in piste per l'aviazione di sua Maestà britannica.
Un percorso che ospita per la quarta volta l'Open e che nelle precedenti edizioni ha sempre garantito spettacolo ed emozioni a non finire. Dal 1977 con l'epico «duello al sole» tra Jack Nicklaus e Tom Watson vinto da quest'ultimo solo all'ultima buca; al 1986 quando la vittoria, nel vento teso tipico di queste parti, andò ad un travolgente «Squalo Bianco» alias Greg Norman; sino all'ultima edizione quella del 1994 quando con un chilometrico putt alla 17 Nick Price raggiunse e poi superò sul filo di lana un Jesper Parnevik ormai convinto di essere entrato nella Storia.
Da allora alcune cose sono cambiate: il campo è stato allungato per stare al passo con i tempi, diversi bunker strategici sono stati aggiunti, la buca sedici è stata completamente rimodellata, così come in parte la 17, a rendere ancora più determinante e pronto al «dramma» il finale di questo campo che resta però immutato nel suo fascino antico. Le previsioni danno vento e pioggia - non è una novità! -, il rough è quello di sempre dove è impossibile vedere i polpacci dei malcapitati campioni: ci saranno davvero tutti tranne qualche defezione dell'ultima ora: Robert Karlsson e Trevor Immelman, per problemi fisici, Phil Mickelson per motivi familiari.
Tiger? Arriva da una vittoria sul tour ma quest'anno non ha ancora ritrovato la via dello Slam. Padraig Harrington detentore del titolo sogna la tripletta consecutiva, non è in splendida formula ma l'Open riesce a dare una carica a volte inattese. Garcia è ormai pronto a vincere un mayor, sempre che il putt non lo lasci a terra. Adam Scott c'è, Goosen è tornato altri campioni sono pronti, alcuni giovani leoni cercano la consacrazione: qualsiasi pronostico è decisamente azzardato. Le condizioni metereologi che saranno determinanti così come avere nella propria sacca tutti i colpi, e il saperne inventare di nuovi, come spesso richiedono i «links». Tutto può succedere ma è raramente accaduto che la «brocca» dell'Open sia stata alzata al cielo da chi non fosse campione completo.


Emozioni, emozioni, emozioni e per noi italiani anche di più con in campo Francesco Molinari e l'invitato speciale Matteo Manassero che nelle prime due giornate, quale campione British Amateur, avrà l'onore di giocare con Tom Watson e Sergio Garcia. Speriamo riesca a dormire la notte prima!

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