"Il sindaco non dimentichi la riapertura dei Navigli"

Biscardini tra i promotori del referendum: canali utili anche per le esondazioni

"Il sindaco non dimentichi la riapertura dei Navigli"
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Un appello alla politica perché non accantoni definitivamente il progetto di riapertura dei Navigli, a fronte anche del voto di 489.727 cittadini (il 49% dei milanesi e il 94% dei votanti) al Referendum del 2011. A lanciarla è Roberto Biscardini, presidente dell'associazione Riaprire i Navigli, architetto, socialista, presidente della commissione Urbanistica del Comune dal 2011 al 2016, già assessore regionale e senatore.

Il 19 febbraio infatti, il sindaco, tra i più entusiasti sostenitori del progetto fin dal primo mandato, ha messo definitivamente da parte il progetto. «Se facciamo una valutazione di circa mezzo miliardo di euro prima del Covid e degli aumenti inflazionistici, oggi il costo sarà ancora di più e non credo che possiamo affrontare un investimento del genere».

Dopo un'ipotesi «leggera» di riaprire soltanto 5 tratte staccate da loro, per un totale di 2 chilometri e 150 milioni di costo - tratto di Melchiorre Gioia, in connessione con il Naviglio Martesana, tratto della Conca dell'Incoronata dove il Naviglio di San Marco si pone come cerniera tra il sistema di via Melchiorre Gioia e quello della Cerchia interna, il tratto di via Francesco Sforza, il tratto di piazza Vetra e via Molino delle Armi, e la Conca di Viarenna - il Comune, con la sponda della Regione, aveva rilanciato con la riapertura integrale di tutti gli 8 chilometri. A febbraio 2019, il sindaco aveva riferito che l'Europa avrebbe potuto finanziare la riapertura (per un costo di circa 450 milioni), dopo un prima mossa della Regione che con il neoeletto governatore Fontana si era detta interessata al progetto, a patto che fosse integrale, creando itinerari navigabili e ciclabili tra i fiumi Ticino e Adda. A dicembre (2019) a MM era stato commissionato uno studio di fattibilità. In mezzo la pandemia che ha ridimensionato molti progetti e idee tra cui anche la riapertura dei Navigli, accantonata anche per la necessità, a dire del sindaco, di investire in opere più «urgenti» come la riqualificazione delle periferie (mai pervenuta).

Mentre a Milano i navigli sono stati coperti, nel resto d' Europa i canali vengono valorizzati e sfruttati per la navigazione, ma anche per la produzione di elettricità osservano dall'associazione.

Non solo: tra i vantaggi collaterali del progetto la regolazione del sistema idrico milanese e la possibilità di accogliere le acque che dovessero esondare dal Seveso e quelle che periodicamente allagano la città in occasione di violenti temporali.

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