Il sindaco Pd sfratta targa e via dedicate al «craxiano» Ben Ali

Il sindaco Pd sfratta  targa e via dedicate al «craxiano» Ben Ali

(...) vola anche la targa, che mica c'azzecca con 'sta terra di mezzo in odore di Lunezia. Sabato scorso la delibera che lava l'onta: «Sarà semplicemente Via della Porta, - tranquillizza il sindaco Pietro Cerutti - una stradina insignificante che sale al nostro castello». Ti dice che da tempo gli frullava in testa l'idea di cambiarle nome, «poi visto quello che è successo ci è sembrato doveroso. È assurdo lasciare una via dedicata ad un despota, sarebbe come intitolarla a Ceausescu». Liquida alla svelta Cerutti; un po' meno l'esuberante Barani che incassa il colpo e riconferma la scelta di allora: «La targa era stata apposta nel giorno dell'anniversario della morte di Craxi; - ricorda l'onorevole - non certo per la figura di Ben Ali come statista e per le sue capacità di governo, ma per il sostegno offerto a Craxi, salvandolo. Lo ha accolto esule, come esule i Malaspina accolsero Dante Alighieri».
Barani non ha dubbi: «Ben Ali per i socialisti è importante, a prescindere dal giudizio che può dare la Storia. - insiste - Ha salvato Bettino e noi gli siamo riconoscenti. Lo ha sottratto alla furia omicida dell'ex Partito Comunista e della magistratura politicizzata. Il suo carnefice, Di Pietro, non ha pagato per tutti danni che ha fatto in Italia, ma è segretario di partito». Eccome se gli monta a Barani che in quel gennaio 2007 aveva davvero fatto le cose in pompa magna. La gente raccolta in Piazza San Nicolò, la filarmonica di Santa Cecilia ad intonare gli inni nazionali, i santini del Presidente tunisino a scaldare le pietre umide e i garofani rossi a rimarcare la simbologia. Barani che giocava coi numeri per chiarire il teorema. Sette anni dalla morte di Craxi ad Hammamet, settecento da quando i Malaspina ospitarono a Villafranca il Dante cacciato da Firenze. Storie parallele che l'arguto Barani allora intrecciava e intreccia ancora. Lui, il craxiano sospeso dal prefetto di Massa Carrara perché, sindaco di Aulla, consegnò la cittadinanza onoraria aullese a Craxi ricercato. Lui che al funerale dell'ex premier fu l'unico ad indossare la fascia tricolore. Lui che aiutò a calare la bara nella terra. Ecco il senso della via. Tant'è che all'intitolazione c'era anche l'ambasciatore tunisino Habib Mansour, delegazione di dodici persone al seguito. Fu lui a scoprire la targa agganciata sotto il ponte, in quel pezzo di storia sulla via Francigena, sul tracciato che costeggia Malnido, verso l'ospitale di Groppofosco.
E giusto sulla «pompa magna» che Cerutti incalza: «Non solo intitolarla a Ben Ali non c'entrava niente con Villafranca, ma tutto 'sto ambaradan è costato al Comune ben 5mila euro. Alla faccia degli sprechi, no?». E la gente? Che dice la gente? «Ma cosa vuole che dica. Niente. Non vanno giù gli euro spesi, semmai». Flash sulla motivazione di allora: «...onorare il Presidente tunisino che ha saputo innalzare i valori di solidarietà e amicizia al di sopra degli opportunismi e delle falsificazioni storiche»; il dono del ritratto ufficiale del Presidente e datteri. Tanti, a colar miele. Barani ha un sussulto, riagguanta l'oggi e attacca questa «magistratura che mette in atto la demolizione della democrazia». Poi il riferimento ai processi a Craxi, l'accostamento Lula-Battisti e lo tsunami su Cerutti: «Solo un sindaco sciocco e incapace può venire meno ad un giudizio così importante. Ben Ali lo ha curato, noi no; ed è per questo che l'ho considerato un eroe e lo ringrazio a nome dei socialisti italiani». Cita G.B.

Vico e i corsi-ricorsi della Storia: «Questo sindaco contro socialisti e riformatori ha causato un danno d'immagine ad una città che ha una tradizione di apertura e ospitalità: Cerruti con tale scelta torna sul luogo del delitto».

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