«Slot a Enav? Decisione illogica Pronti al ricorso per Malpensa»

«Incomprensibile, illogica e stupefacente». Aggettivi firmati dalla Regione Lombardia che valuta l’ultima decisione del governo. Nel mirino il trasferimento a Enav dell’assegnazione degli slot togliendo così la competenza ad Assoclearance.
Ennesima prova, commenta Roberto Formigoni, che «il governo sta facendo di tutto per distruggere Malpensa, anche inventando che il provvedimento l’ha chiesto l’Unione Europea». «Forse, pensano che abbiamo l’anello al naso» ironizza il governatore: «Io vedo molti anelli al naso in giro e sono legati al naso di chi è stato sfiduciato dalla gente».
Già, come sostiene il presidente della Regione Lombardia, non esiste una richiesta siglata dalla commissione Ue. Anzi, aggiunge Raffaele Cattaneo, «c’è un pronunciamento europeo che sulla gestione degli slot chiaramente affida la competenza ad un organismo indipendente e, quindi, non a Enav». Impossibile, quindi, continua l’assessore lombardo alle Infrastrutture «non leggere» nella decisione presa dal ministro Alessandro Bianchi come il tentativo di aggirare la legge regionale. Ma, domanda, perché il trasferimento del potere di decisione? «In questo governo stanno tutti cercando di portare a casa una parte del bottino perché, per un po’ di tempo, vicino al tesoro non arriveranno più». Ipotesi di una scelta davvero poco nobile che «impedisce a un soggetto terzo e neutrale, come Assoclearance, di procedere per la sua strada».
Singolare, la replica del governo: «Degli slot non se ne può occupare la politica né le Regioni» perché, afferma Cesare De Piccoli, «quella degli slot è questione squisitamente tecnico-gestionale». Opinione del vice-ministro che suggerisce alla politica di «occuparsi di Malpensa con scienza e coscienza» ma «senza fare crociate, perché le crociate non servono a nessuno». Giudizio di troppo, almeno per la Regione Lombardia che sintetizza al massimo il possibile scenario futuro dell’aeroporto di Malpensa: «O il governo chiama Prato e gli dice di sospendere il piano e rimandarlo oppure si assumono la responsabilità politica dell’omicidio industriale di Malpensa».
E mentre il Pirellone valuta «se avviare azioni legali, non staremo con le mani in mano come abbiamo fatto sino ad oggi», Giuseppe Bonomi fa sapere che, oggi, «non si può prescindere dal piano su Alitalia, anche se non lo condividiamo».

Secondo, il presidente di Sea, bisogna quindi impegnarsi per «riportare Malpensa tra due anni agli attuali livelli di attività» dell’hub perché «Malpensa è nata per consentire a Milano e a un vasto territorio di avere un’adeguata accessibilità diretta all’intercontinentale, è nata per servire un maggior numero possibile di destinazioni intercontinentali». Chiaro a tutti, governo escluso, che «l’unico modello industriale presente sul mercato è quello dell’hub».

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