
L’ultimo strumento per sconfiggere il patriarcato? Il gioco da tavolo transfemminista “Pink*”. Non è una boutade, ma quanto ideato da tre professioniste senesi (Valeria Cammarosano, Benedetta Francioni e Letizia Vaccarella): un gioco sulle discriminazioni di genere per rispondere alla presunta emergenza in atto. Il prodotto è attualmente portato in tour per l’Italia e negli scorsi giorni è stato presentato al centro giovanile Cristallo young di Bolzano, ma presto sarà in commercio."Crediamo fortemente che per sconfiggere disparità e violenza di genere siano necessarie informazione ed educazione. Attraverso il gioco vogliamo trasmettere un valore semplice ma fondamentale per la lotta alle ingiustizie sociali: insieme si può cambiare!", il grido di battaglia.
Intervistata da Tv33, l’ideatrice Vaccarella ha spiegato: “È pensato come una metafora della vita vera, in cui le personagge al tavolo devono collaborare per moltiplicare le risorse e avere delle vite normali, quelle che vorremmo tutti i giorni”. I giocatori di “Pink*” devono provare ad avanzare superando le resistenze del patriarcato, raccogliendo risorse legate a tre sfere: lavorativa, affettiva e sociale. “Il Patriarcato proverà ad ostacolarti, ma attivando la Sorellanza potrai riuscire a sconfiggerlo” si legge nella pagina ufficiale del gioco.
Fanno parte del gioco le “carte Patriarcato”, voce della società patriarcale “talvolta violenta, talvolta paternalista o ignorante”. Tra queste la carta #genderpaygap che recita: “Cara, se guadagno più di te, sarà perché sono più bravo”. Oppure la carta #misoginiainteriorizzata: “Ha sfornato due bimbi e poi pretende di andare a ballare con le amiche?!”. Presenti anche i trigger warning: "Pink* parla di sessismo in tutte le sue sfaccettature. In questo gioco trattiamo di sessismo, abilismo, grassofobia, razzismo, ageismo, lesbofobia, bifobia, transfobia, stupro e violenza di genere. Ti avvisiamo perciò che alcune di queste tematiche potrebbero urtare la tua sensibilità".
“Nel gioco si vince ma è difficile. Per riuscirci, le persone al tavolo devono collaborare come dovrebbero fare nella vita vera. E’ un gioco che si può perdere, ma anche nella vita perdere un gioco non significa non continuare a giocare” ha aggiunto l’ideatrice, che ha posto l’accento sulla necessità di avere uno strumento per fare informazione arrivando anche a chi è distante dall’attivismo femminista.
“Continuiamo a ragionare all’interno della nostra bolla e certi messaggi fanno fatica a uscire perché il linguaggio e il tema sono complessi. Abbiamo provato a dare una nuova prospettiva, senza banalizzare i contenuti”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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