Subumani da tastiera

Gli insulti a De Rossi e quelli al Papa

Subumani da tastiera
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Subumano, per la Treccani «che è al disotto di ciò che è proprio dell'uomo in quanto non ne rispetta la dignità, i diritti, le necessità». Daniele De Rossi ha definito così la feccia che, sui social, lo ha insultato, augurandogli un tumore o la morte dei famigliari. In verità i canari che si sono esibiti su quelli che definisco gli a-social sono uomini veri anche se nascosti nel canneto, clandestini della vita, ambulanti della grammatica, gentaglia che ha bisogno di farsi conoscere ma mai riconoscere.

Sono saltate le marcature sociali, l'uno vale uno di fresca memoria grillina ha messo chi ha lavorato, studiato, prodotto sulla stessa bilancia dei paguri bernardi, eremiti di se stessi. La comunicazione contemporanea è un saloon, il primo che entra è autorizzato a sparare e poi a svignarsela, De Rossi ha superato aspre esperienze di vita, la sua carriera prescinde dagli insulti ma dare importanza ai social accentua la rissa al punto che una docente di zoologia generale ha scritto un post definendo il Papa «anziano molesto».

L'insegnante, assessore dimissionario del Comune di Bari, si occupa anche di Biodiversità e Filogenesi degli Invertebrati che, per sinonimo, sempre per la Treccani, sono esseri privi di forza morale, smidollati. Ha ragione De Rossi, un subumano. Universitario.

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