«Sono ingegnere e ho fatto i conti: l’America non può attaccare l’Iran»

Il presidente iraniano aggiunge: la fede mi conferma in questa certezza

Saddam di certo lo ignorava. Il presidente Mahmoud Ahmadinejad, laureato in Ingegneria e timorato di Dio, invece, lo sa bene. Per capire se Bush vi attaccherà c’è un modo infallibile, ma bisogna saper far di conto e credere nel Signore. A spiegarlo durante una discussione con un gruppo di illustri ricercatori iraniani ci pensa lo stesso presidente iraniano. Al centro del dibattito ci sono la corsa al nucleare e la paura di un’incursione preventiva del grande nemico. Ma il presidente tranquillizza tutti. Lui sa bene che persino alcuni alti esponenti del regime temono quell’ipotesi ma, spiega agli scienziati, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Lui, il presidente in persona, ha già preso in considerazione ogni eventualità. E non l’ha fatto solo a parole o a grandi linee, come un politico qualsiasi. L’ha calcolato a forza di conteggi ed equazioni, come ha imparato nelle aule dell’università di Teheran quando si è laureato in Ingegneria e pianificazione.
Il presidente, da sempre orgoglioso del suo titolo accademico e delle proprie innate doti di ricercatore, lo spiega, riferiscono i quotidiani Etemad Melli e Kargozaran, in un discorso pubblico. «Mi sono seduto assieme a quegli scienziati e ho detto loro: io sono un ingegnere, ma anche un vero asso dei calcoli e delle statistiche. Ho passato ore al tavolino a buttare giù le più diverse ipotesi e a studiarle disegnando grafici e alla fine ho capito che non è vero niente. Non ci sono arrivato per caso, ho pianificato tutte le possibilità e alla fine ho tirato le conclusioni. Credetemi, l’Iran non deve temere alcun problema».
Ma per raggiunger simili certezze non basta il genio. Ci vuole, ammette il presidente, anche tanta fede. «Io credo in tutto quello che dice Dio - spiega il timorato Ahmadinejad -. Allah ci insegna che chi cammina nel sentiero della giustizia sarà vittorioso e dunque per quale ragione non dovrei credere alle sue promesse?». Sgombrato il campo da paure ed esitazioni il presidente fa piazza pulita delle illazioni del suo omologo francese Nicolas Sarkozy convinto, come ha detto qualche tempo fa, che l’Iran rischi veramente di finire sotto le bombe americane. A detta del più esperto Ahmadinejad quelle dichiarazioni non vanno prese sul serio, anzi sono soltanto il segno dell’inesperienza di un collega francese eletto da poco e quindi assai poco preparato.
A dar man forte al fiducioso presidente iraniano ci pensano anche i suoi diretti superiori. L’ayatollah Alì Khamenei, suprema autorità politico religiosa del Paese, liquida come vaneggiamenti «ebbri ed arroganti» le parole del presidente George W. Bush, che la settimana scorsa aveva condannato le mire atomiche di Teheran evocando i rischi di un «olocausto nucleare». «La nazione iraniana – ricorda Khamenei - ha sempre resistito e continuerà a resistere a ogni intimidazione, non si piegherà e non vacillerà né sul tema del nucleare né su altre questioni».

I toni usati dal presidente americano per condannare gli sforzi iraniani in campo atomico sono per Khamenei espressioni «odiose, arroganti e violente», incapaci però di bloccare la determinazione della Repubblica islamica. «L’Iran - promette la Suprema Guida - sconfiggerà queste potenze arroganti e ubriache di potere usando come ha già fatto in passato la propria astuzia e la propria saggezza».

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