Sorpresa, aiuto ai profughi: l’Onu ci ringrazia

Una lettera di encomio per quanto l’Italia sta facendo in Africa per chi scappa da fame e guerre. Ma nessuno lo racconta Eppure quando respingiamo le carrette del mare, tutti strepitano. A partire dal portavoce dell’Unhcr, Laura Boldrini

Sorpresa, aiuto ai profughi: l’Onu ci ringrazia

Roma Raccontano che sia stato con malcelato stupore che l’ambasciatore italiano a Tripoli, Francesco Trupiano, abbia preso visione della lettera indirizzatagli qualche giorno fa dalla sede romana dell’Unhcr e cioè dall’ufficio dell’Alto commissariato per i profughi messo in piedi dall’Onu.
Si aspettava una qualche protesta, o magari una richiesta di mediazione con gli uomini di Gheddafi che non riconoscono l’organismo che favorisce il diritto d’asilo. E invece si è trovato alle prese con un messaggio di ringraziamento per quello che il governo italiano ha fatto e sta facendo proprio in favore di un certo numero di profughi in terra di Libia.
Ma come!? Non era stato proprio l’Unhcr a bollare il governo Berlusconi per i respingimenti? Non era stata la portavoce in Italia Laura Boldrini a far sentire la sua voce di dura condanna per avere la nostra Marina militare obbligato alcune carrette del mare a riprendere la rotta verso il golfo della Sirte anziché scortarle in Sicilia? Non è forse vero che proprio dagli uffici dei Parioli, dove ha sede l’organizzazione, partivano denunce su denunce sull’atteggiamento di fatto “razzista” del governo di Roma?
È tutto verissimo. Ma è anche vero che in silenzio, e ormai da qualche tempo, proprio il governo Berlusconi sta spostando a sue spese profughi provenienti dalla Somalia e dall’Eritrea soprattutto, nel nostro Paese. Piccoli gruppi - 50, 60 persone alla volta - che chiedono asilo, che hanno qualche amico e parente nella penisola e che vengono imbarcati sui nostri aerei (a spese del governo italiano) in nome del diritto d’asilo che l’Italia, come tantissimi alti paesi, riconosce ed applica. Proprio tra qualche giorno un’altra cinquantina di persone, forse qualcuna in più, tutti fuggiti dalla Somalia in fiamme, dovrebbe decollare da Tripoli e giungere a Roma. Lo conferma Margherita Boniver, deputato del Pdl, già sottosegretario agli Esteri ed ora presidente del comitato parlamentare Schengen, che avverte poi: «Bisogna smetterla con questa querelle sbagliata e invereconda che ha teso a dipingere l’Italia come un paese che vìola i trattati internazionali in seguito agli accordi con la Libia sull’immigrazione!». La Boniver ha chiamato proprio l’ambasciatore Trupiano a intervenire tra un paio di settimane in una riunione del comitato che presiede per fare il punto della situazione. Ma intanto rileva come anche Giuliano Amato, non più tardi di qualche giorno fa a Milano, ha ammesso come «tre anni fa facemmo silenziosamente prelevare un gruppo di eritrei che avevano diritto d’asilo e si trovavano in territorio libico e li facemmo arrivare in Italia».
Silenziosamente, l’operazione continua. E a testimoniarlo c’è la lettera di caldo ringraziamento giunta alla nostra ambasciata di Tripoli a firma dell’Unchr. Che poi lo sappia anche Laura Boldrini è da verificare. La Boniver sostiene «che sarebbe strano se non ne fosse al corrente...». Ma certo, prosegue, «è quantomeno curioso il fatto che le accuse pubbliche e ricorrenti della portavoce non coincidano coi ringraziamenti, sia pur riservati, ma chiarissimi per l’azione del nostro governo nei confronti di tanti profughi...».
Qualcuno, nell’entourage dell’ex-sottosegretario, dice di non trovarci nulla di strano nel fatto che la Boldrini si agiti e urli il suo disappunto. Non è forse la stessa persona che ai primi di settembre si è recata a Cortona a far lezione alla scuola di “Cultura democratica” del Pd? E che ha tenuto a far presente di come negli anni recenti «s’infuocano gli animi con la paura e l’odio» per chiari fini elettorali?
Che rientri nei suoi compiti di portavoce la protesta contro i respingimenti può anche starci. Che invece si trasformi in «portasilenzio» quando il governo italiano riceve i ringraziamenti dell’organismo che rappresenta, sembra invece un tantinello più anomalo.

In realtà potrebbe esserci anche una terza via: non ha saputo nulla della lettera inviata all’ambasciatore Trupiano. Ma se fosse vero, la cosa non sarebbe grave? Non dovrebbe indurla a prendere atto che il suo rapporto con l’Unhcr è logoro?

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