Sorprese dell'Albania: anche un ristorante in mezzo alle cascate

A Borsh l'acqua lambisce i tavoli, atmosfera forse unica al mondo. A Berat mille finestre si rispecchiano nel sole

Paolo Stefanato

Nel 2000 a Tirana fu eletto un sindaco che cambiò il destino della città. Edi Rama, allora 36enne, pittore, poeta e intellettuale, prese una decisione semplice ma efficace e fece dipingere i palazzoni dell'era sovietiva con colori allegri e vivaci. Poi diede battaglia all'abusivismo e ripulì la città da baracche e baracconi che l'affliggevano.

Tirana non è una città d'arte, ma è diventata un complesso urbano sereno, moderno, accogliente. Tra le curiosità architettoniche, le testimonianze dell'occupazione italiana (1939-1943): molti edifici, anche quello del governo, sono in stile littorio. Alla fine di un maestoso boulevard, sorge la vecchia Casa del fascio, dell'architetto Gherardo Bosio, che trasforma la piazza in una scenografia degna dell'Eur. Oggi è la sede dell'Università.

In attesa dei tre nuovi scali in costruzione, i turisti diretti in Albania continueranno ad atterrare nella capitale, e la città merita comunque una visita. Nel frattempo Edi Rama ha fatto carriera, e oggi è il capo del governo albanese: così ha esteso all'intero Paese la ricetta di abbellire ciò che bello non è. L'esempio più importante è a Valona, località turistica tra le più rinomate. Il mare era nascosto da edifici disordinati e prevalentemente abusivi. La decisione è stata drastica: le ruspe. Oggi il lungomare si affaccia alla spiaggia e un lungo filare di palme gli dà un'eleganza che non aveva mai avuto.

Finora, nonostante la vicinanza all'Italia, l'Albania è stata trascurata anche per i pregiudizi nati in un passato ormai lontano.

Invece è un Paese vario e attraente, con spiagge gradevoli e ordinate, mare trasparente, rocce e grotte da sembrar Sardegna, orizzonti vasti, cittadine pittoresche (Argirocastro), parchi archeologici (Butrinto), fortezze (Porto Palermo). L'ospitalità è cordiale e i servizi stanno facendo progressi. L'offerta alberghiera prevalentemente per famiglie ha un buon rapporto qualità prezzo, così come ristoranti e trattorie, dove una cena di pesce costa quanto una pizza a Milano.

Già da qualche anno si sono formati flussi turistici dal Nord Europa, mentre dall'estate scorsa Alpitour ha creato un tour operator specializzato, Albania Travel, che propone 500 alberghi «collaudati», servizi, escursioni, visite.

Due luoghi inconsueti meritano di essere segnalati. Berat, cittadina a 120 chilometri a Sud di Tirana, è detta «delle mille finestre» perché le case, appoggiate su due pendii contrapposti separati da un fiume, si offrono alla luce cercando di catturarne il più possibile, creando sorprendenti giochi di specchi.

Le strade pedonali in salita, gli acciottolati sconnessi, il pittoresco disordine degli edifici, i vasi di fiori semplici, i tetti di vecchie tegole... una Matera d'Albania, dove natura ruvida e architettura spontanea si fondono in un insieme pieno d'armonia.

L'altra meta, nella sua semplicità, è un piccolo gioiello: una trattoria tra le cascate. Si trova a Borsh, sulla costa Sud, tra Dhermi e Saranda. Da fuori appare come un locale persino banale.

Poi, superato l'ingresso, lo spettacolo: dalla parete della montagna si rincorrono, più o meno disordinati, oltre una dozzina di salti d'acqua, tra ponticelli, rocce, alberi giganteschi. Nè il Niagara né Iguazù, sia ben chiaro: niente d'immenso, solo cascatelle domestiche, guizzanti, a misura d'uomo.

Sulla ripida discesa, altrettanti terrazzamenti sui quali sono disposti tavoli e sedie. Si pranza col fragore dell'acqua che si somma al frinire delle cicale, e se l'orecchio riesce a scindere i due rumori, l'ambiente diventa ancora più affascinante. L'acqua che cade è allegra, frizzante, vivace; guardarla è uno spettacolo vivo, sempre uguale e diverso, incanta e fa pensare a un esercizio d'ipnosi: l'occhio ne è appagato e fatica a staccarsi.

Il locale è familiare, trattoria e non ristorante, il cibo - verdure, pollo, pesce, frutta non è per palati fini: il bello è

tutto il resto. Si chiama Ujvara, ed è a Borsh, appunto. Al mondo di locali simili forse non ce ne sono, e, se ci sono, sono preziose rarità.

Informazioni turistiche e per il soggiorno: www.alpitour.it; www.albaniatravel.com.

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