Sospende 170 studenti, il Tar gli dà ragione

Sospende 170 studenti, il Tar gli dà ragione

Aveva sospeso 170 studenti che avevano disertato le lezioni per riunirsi in assemblea. Un atto di forza, avvenuto tre anni fa, senza rispettare le norme fissate dal regolamento di istituto. Un genitore si era opposto alle sanzioni ed aveva fatto ricorso al Tar chiedendo l’annullamento del provvedimento.
Il ricorso tuttavia non è stato accolto. E ora il protagonista di questa vicenda, il professor Giovanni Gaglio, dirigente scolastico dell’Istituto statale Agnesi di via Tabacchi, parla.
«Una vicenda sconcertante – spiega Gaglio – che tuttavia lascia aperto un problema che si va facendo sempre più spinoso: quello del ruolo dei genitori nella scuola. Troppo spesso si delega gli insegnanti ad educare i figli, ma questo è sbagliato: la scuola può e deve fare la sua parte, ma sempre in collaborazione e in sintonia con la famiglia». Dall’esperienza quotidiana del dirigente scolastico questo è tuttavia un traguardo ancora da raggiungere. «Ogni occasione è buona per certi genitori – continua Giovanni Gaglio – per contestare di tutto. Alcuni giorni fa abbiamo dovuto chiamare un ambulanza perché una ragazza stava male. Per tutta risposta la mamma si è lamentata del ricovero: ci ha chiesto di fare un monitoraggio delle ragazze soggette a mestruazioni troppo dolorose per poter attuare degli interventi di prevenzione. Ma che cosa si chiede ancora alla scuola? Che si sostituisca alla famiglia?».
Il dirigente dell’Agnesi fa parte di un comitato istituito alcuni anno fa per affrontare il disagio giovanile. E in questa sede aveva già esposto la sua posizione. «Il disagio dei nostri studenti – ribadisce – nasce in famiglia. Dalla deresponsabilizzazione dei genitori, dalla mancanza di figure genitoriali autorevoli. Le trasgressioni degli studenti a scuola? Quando un ragazzo si sente invitare dalla mamma o dal papà e rientrare a casa alle dieci di sera e poi torna a mezzanotte che fanno certi genitori? Si limitato a qualche lamentela, ma mai una sanzione conseguente, come ad esempio il divieto di uscire di sera per una settimana. E se a casa le regole non si fanno rispettare, come si può pretendere che la scuola possa rimediare?».
Da qui la proposta di Gaglio: «È necessario rendere obbligatoria l’educazione dei genitori, con corsi da ripetere con il crescere dell’età dei figli, in modo che con mutare delle situazioni e dei problemi sappiano come comportarsi.

Sembrerà una proposta provocatoria, ma se vogliamo uscire da questa situazione di non collaborazione, dobbiamo arrivarci. È in gioco l’educazione delle nuove generazioni che senza regole adeguate da rispettare non possono avere un futuro tranquillo».

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