da Siena
Brunello di Montalcino «allungato» con il Cabernet? La Procura di Siena indaga.
Continua la bufera sul Brunello di Montalcino, uno dei più celebrati vini del mondo, dopo che un paio di giorni fa si è avuta conferma della notizia, in circolazione da qualche settimana, di unindagine avviata a novembre dalla Procura della Repubblica di Siena nei confronti di alcuni famosi produttori (si sono fatti i nomi, tra gli altri, di Antinori, Frescobaldi e Argiano) e del sequestro di intere annate di prodotto, con lipotesi che esso sia frutto non di sole uve Sangiovese, come imposto dal disciplinare, ma (in percentuali dal 10 al 25 per cento) anche di altri vitigni, in particolare Merlot e Cabernet Sauvignon. Unaccusa gravissima che, se provata, costituirebbe un colpo pesante alla credibilità del Brunello e che già sta provocando le prime ripercussioni negative sul mercato internazionale.
Sono valse solo in parte ad attenuare il clamore le dichiarazioni rilasciate ieri dal procuratore capo senese Nino Calabrese: «Stiamo verificando il rispetto da parte dei viticoltori - si legge in una nota - del disciplinare del vino Brunello di Montalcino Docg. Gli accertamenti sono tuttora in corso. Non è vero quanto riportato da alcuni organi di informazione circa limpiego nella produzione di Brunello di vino proveniente dalla Puglia». Smentita lipotesi che il vino usato per il taglio provenisse da fuori regione, viene però indirettamente confermata lindagine sullesistenza nelle cantine di vini aziendali diversi da quelli ammessi e miscelati con il Sangiovese per fare Brunello.
Da parte sua, per respingere i sospetti, giorni fa il consorzio di tutela aveva diffuso i dati sulle ispezioni compiute dal 2004 al 2007 per accertare la purezza dei vigneti: «Su oltre 1.
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