Ricordate il giudice spagnolo Baltasar Garzon? Alcuni anni fa era balzato agli onori della cronaca per aver ordinato l'arresto dell'ex dittatore cileno Augusto Pinochet, mentre questi si trovava a Londra. Oggi il Tribunale supremo di Madrid l'ha condannato a undici anni di interdizione dalla magistratura per abuso d’ufficio: è ritenuto colpevole di aver ordinato, violando diritti costituzionali, l’intercettazione di conversazioni in carcere fra tre imputati nel Caso Gurtel, una vicenda di corruzione politica scoppiata in seno al partito Popolare dell’attuale primo ministro spagnolo Mariano Rajoy. La sentenza, arrivata all'unanimità dai sette giudici della Corte, è inappellabile.
Gli altri guai con la legge di Garzon
La sentenza pone fine, molto probabilmente, alla carriera del giudice 56enne, già sospeso dall’incarico in forma precauzionale due anni fa. Negli ultimi giorni Garzon è stato coinvolto in una seconda causa, per avere avviato, nel 2008 un'inchiesta sugli scomparsi del franchismo violando, in questo modo, la legge di amnistia votata nel 1978 dal parlamento. Questo secondo processo si è concluso ieri. La sentenza è attesa fra pochi giorni. Garzon è inoltre imputato in un terzo procedimento: lo accusano di corruzione per avere tenuto, negli Stati Uniti, un ciclo di conferenze finanziato, fra gli altri, dal Banco Santander e aver prosciolto, in una causa, il presidente della banca Emilio Botin al suo rientro in Spagna.
Famoso perché fece arrestare Pinochet
Nel 1998 Garzon ordinò l'arresto dell'ex dittatore cileno, Augusto Pinochet, che in qul momento si trovava a Londra, con l'accusa di aver fatto uccidere dei cittadini spagnoli nella sanguinosa repressione dell’opposizione politica al suo regime.
Garzon, ex parlamentare e membro del governo socialista di Felipe Gonzalez (1993-1994), si è occupato anche di Silvio Berlusconi, messo sotto inchiesta nel 2002 con l'accusa di evasione fiscale e falso in bilancio per fatti legati all'emittente tv Telecinco.
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