Gad Lerner ricomincia dalla Resistenza e da una canzone partigiana come Fischia il vento. Ricomincia da laeffe, in sinergia tra Feltrinelli e gruppo Espresso. Ma soprattutto ricomincia dal giornalismo vecchia maniera, a metà tra l'inchiesta e il reportage (laeffe, canale 50 del digitale terrestre, mercoledì, ore 21,30).
Non ci sono più lo studio che per un decennio l'aveva visto condurre un talk show di nicchia super-intellettuale (L'Infedele e la breve esperienza di Zeta), ma un loft per tirare le fila tra le interviste e gli incontri. Lerner fa domande per verificare una tesi: che Renzi ricordi il primo Berlusconi. Che abbia alcuni tratti comuni al Cavaliere: è un estraneo al palazzo, è un grande comunicatore, è post-ideologico. Sale sul Frecciarossa e interroga gli artigiani e i piccoli imprenditori diretti a Roma in Piazza del Popolo. È abbronzato, ma prende appunti. Va dallo psicanalista Massimo Recalcati e dallo storico Guido Crainz per parlare del bisogno dell'uomo della Provvidenza. Con Alfonso Signorini, direttore di Chi, confronta posture e messaggi subliminali dei due comunicatori. Intervista i giovani fiorentini di Forza Italia. E i membri della sezione Pd di Renzi.
Poi l'acerrimo nemico del premier, il fiorentino Giovanni Sartori, che lo definisce «un peso piuma, uno che vende velocità che non può rispettare. Più che un decisionista, un malato di velocismo».
Dopo 45 minuti di domande, sintesi finale di Lerner: «Renzi è quasi un grillino al governo, un primo ministro anticasta». Si potranno non condividere certi contenuti, ma senza essere costretti a immergersi in fiumi di parole, alla fine si arriva al dunque.Twitter@MCaverzan
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