"Abbiamo proprio bisogno di ufficiali e gentiluomini"

L'attore ricorda i suoi storici successi e annuncia il nuovo film: "Una commedia assieme a grandi stelle"

"Abbiamo proprio bisogno di ufficiali e gentiluomini"

Catanzaro. «Un remake di Pretty Woman? Non si può replicare una magia. Quel film è stato come quando ti innamori, non lo programmi, non te lo aspetti, e quando succede è bellissimo, polvere di stelle Pensavamo che fosse un piccolo film e invece ha avuto un successo che nessuno aveva previsto». Come non partire da uno dei suoi più grandi trionfi nell'incontro con Richard Gere, il sex symbol del cinema di tutti i tempi.

La star hollywoodiana è planata a Catanzaro Lido grazie all'amicizia con gli organizzatori del Magna Grecia Film Festival che si tiene fino a domenica nel piccolo centro balneare. Un gran regalo per la Calabria, un testimonial stellare per la costa ionica. E, al netto dei pasticci organizzativi, delle liti locali per la tanta gente rimasta fuori dall'incontro in un'arena affollatissima sul lungomare (dove è stato premiato), delle polemiche sulla fastosità dell'operazione, l'attore ha avuto parole di elogio per la regione: «Io ormai sono un dinosauro - ha scherzato - ma nell'era di Internet, il cinema può sopravvivere solo grazie alle realtà locali che possono dar vita a Festival come questo. È uno dei miei primi viaggi dopo il Covid e sono contento di farlo qui. Conservate questo panorama mozzafiato come un segreto in modo che rimanga intatto».

Il Magna Grecia celebra il quarantennale di Ufficiale e gentiluomo: uscito nel 1982. Che ricordi ha?

«Ero in un ristorante di New York. Mi si avvicinò Taylor Hackford e mi chiese se potevo leggere una sceneggiatura. Io ho guardato i suoi documentari, mi sono piaciuti molto e così ho accettato di fare il film. Ma mi sembrava che fosse troppo sentimentale, così abbiamo riscritto il copione e reso un po' più realistico. Alla fine il film ruotava tutto intorno a me e a Debra Winger, che era già un'attrice famosa».

È stata la svolta della sua carriera?

«Non credo. Non l'ho mai pensato in questo modo. Per me era uno dei tanti ruoli. Tra l'altro non mi sono mai considerato come migliore rispetto ad altri perché c'erano altri fantastici attori in giro. Quello che ha cambiato la mia vita è stato il primo film da protagonista I giorni del cielo perché mi ha aperto il mondo del cinema».

Comunque fu un grande successo.

«E pensare che il finale non mi piaceva un granché, non volevo più girarlo, poi Taylor mi convinse ed è venuta una scena fantastica anche grazie alla musica, con il ritmo giusto, non troppo veloce e non troppo lento».

Una pellicola amata dai più grandi registi, Bertolucci e Kurosawa.

«Bernardo mi disse Guarda, il film mi piace molto e anche tu, ma non mi piace la politica dentro il film. La politica? Sì, quando l'esercito entra nella fabbrica e i lavoratori applaudono. Akira mi raccontò che è uno dei suoi cinque film preferiti in assoluto perché gli ricordo la figura di un samurai».

Dopo una carriera strepitosa e tanti film, non le piacerebbe passare alla regia?

«Sarei un gran rompiscatole conoscendo tutti i trucchi da attore. Comunque io ho sempre collaborato alla realizzazione dei film e in questo mi sento soddisfatto. Non significa che non potrei mai fare il regista, però comporterebbe troppo tempo e in questo momento voglio dedicarmi alla mia famiglia e ai miei figli piccoli (avuti dalla moglie Alejandra Silva conosciuta in Italia al festival di Giffoni, ndr)».

Il 31 agosto compirà 73 anni, come si è padri a questa età?

«I miei bambini hanno tre anni e mezzo e due. È bellissimo vederli crescere e relazionarsi a figli con età così differenti: il primogenito ha 22 anni e Homer, il secondo, nove».

Il suo prossimo film Maybe I do sarà un'altra commedia romantica, sull'amore e il matrimonio.

«È molto affascinante. Ci sarà un cast di tante generazioni di star, anche Susan Sarandon e Diane Keaton».

Quanto il buddismo l'aiuta nella vita?

«Ci sono otto miliardi di persone sulla terra e credo che ci dovrebbero essere otto miliardi di religioni, non mi aspetto che qualcuno diventi buddista, mi auguro che ognuno possa raggiungere la felicità a proprio modo seguendo la propria strada. L'importante è andare verso l'amore, verso l'armonia con l'universo».

Difficile sentirsi in pace in questi tempi di guerra. E lei è sempre in prima linea come attivista dei diritti umani.

«È un momento molto difficile. Io sono nato dopo la Seconda guerra mondiale, in un mondo distrutto. Pensavamo che non sarebbe più successo e invece eccoci di nuovo. Io sono un pacifista totale ma nel mondo in cui siamo ora dobbiamo difenderci a vicenda e aiutare i popoli che vengono aggrediti, sia gli ucraini invasi da Putin, sia tutti gli altri sotto minaccia del governo cinese: non solo Taiwan, ma anche Mongolia, Tibet, Hong Kong, Xinjiang. La Cina ha spezzato gli impegni che aveva assunto e continua a violare i diritti umani, ha un piano di cent'anni per ottenere quello che vuole. Solo la Nato e l'Unione Europea in questo momento stanno portando avanti le istanze dello Stato di diritto. Per fermarli bisogna essere uniti.

Spero che la Cina capisca che quello che ha fatto Putin gli si è rivoltato contro. Noi, nel nostro piccolo dobbiamo votare per politici che la pensano come noi, e sacrificarci anche dal punto di vista economico per aiutare le popolazioni in difficoltà».

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