È morto ieri, all'età di 86 anni, Ennio Di Nolfo, forse il più importante studioso di relazioni internazionali del nostro Paese. Sui suoi testi si sono formati migliaia di studenti e decine di diplomatici.
Di Nolfo era nato a Melegnano, in provincia di Milano, il 4 aprile 1930. Si era laureato in Scienze politiche a Pavia nel 1953 e poi ha insegnato a Padova per vent'anni, fino al 77. In quegli anni tra le sue pubblicazioni spiccano soprattutto i volumi dedicati alla storia del Risorgimento pubblicati con Rizzoli e una prima panoramica di ampio respiro sulla politica estera italiana nel primo periodo fascista (Mussolini e la politica estera italiana 1919-1933, Cedam, 1960). Dopo essere stato preside della facoltà di Scienze politiche della Luiss giunse, nel 1978, alla cattedra della Scuola di Scienze politiche Cesare Alfieri di Firenze per poi ricoprire, dal 2000 al 2005, la carica di prorettore per le Relazioni internazionali dell'Università di Firenze.
Nel 2004 ha ricevuto il titolo di Commendatore al merito della Repubblica italiana. È stato fino al 2014 vice-presidente della commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici italiani e presidente del centro interuniversitario Machiavelli. Tra i suoi studi più importanti degli anni recenti vanno sicuramente annoverati: Storia delle relazioni internazionali dal 1918 ai giorni nostri, e Storia delle Relazioni internazionali. Dalla fine della guerra fredda a oggi, entrambi usciti per Laterza. Al centro delle sue riflessioni, tra i molti altri temi il reale ruolo del Patto Atlantico. Per Di Nolfo l'alleanza, pur giocando un ruolo fondamentale durante la Guerra fredda era rimasta a lungo solo e soltanto sulla carta. «Il Patto Atlantico, in quanto alleanza teoricamente difensiva, è esistito come documento. Nella prassi, tuttavia, non ha mai avuto occasione di essere applicato se non dopo la fine della Guerra fredda... La clausola dominante del Patto Atlantico è rappresentata dall'art. 5, un articolo che si presta a tante letture e sul quale c'è una disputa che dura dal 1949. L'art. 5 dice che, in caso di aggressione a uno dei Paesi membri dell'alleanza, gli altri sono solidali con l'aggredito e ciascuno adotta le reazioni appropriate. Il Patto è sottoposto a una condizione seria e molto complessa: la volontà del Senato americano di accettare la decisione relativa ai modi di soccorrere l'aggredito. Questo ha sempre posto il problema della credibilità della garanzia americana...». Fondamentali, e discusse, le sue posizioni sulla Guerra fredda. Rifiutava le semplificazioni che vedeva sottese in questa definizione e preferiva analizzarla episodio per episodio.
Al di là del valore accademico di Di Nolfo va ricordato anche il
fondamentale ruolo di insegnante in cattedra. A Padova, negli anni della contestazione fu uno dei pochi professori che ebbe il coraggio di opporsi alla prassi del 27 politico. Tenne duro nonostante minacce e lezioni interrotte.
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