"The Americans", va in scena l'ultimo atto di Guerra fredda

Parte la stagione finale della serie sulle due spie russe in Usa. Ormai diventate una coppia anche nella vita

"The Americans", va in scena l'ultimo atto di Guerra fredda

Matteo Ghidoni

da Los Angeles

Quando cinque anni fa The Americans fu creata dall'ex dipendente della Cia, Joe Weisberg, i consensi arrivarono quasi immediatamente. L'accuratezza con cui la serie Fox racconta la Guerra fredda, attraverso le vite di due agenti russi del Kgb che vivono sotto copertura in un sobborgo degli Stati Uniti, convinse pubblico e critica.

Le vicende che coinvolgono i coniugi Philip e Elizabeth Jennings (Misha e Nadezhda), spie del Kgb che lavorano sotto copertura, interpretati da Matthew Rhys e Keri Russell, sono liberamente ispirate alla vera storia di Donald Heathfield e Tracey Foley, coppia di agenti segreti sovietici che per più di vent'anni si è finta una normale famiglia americana.

Ora la serie sta tornando con la sesta e ultima stagione, dal 4 giugno, in prima visione assoluta su Fox (Sky, 112) il lunedì alle 21.50.

«È incredibile essere arrivati agli ultimi capitoli di questo percorso - ha confidato Rhys durante il red carpet che celebrava l'ultima puntata, al Saban Media Center di North Hollywood, California - Gli autori hanno saputo creare un finale che neanche io mi sarei mai aspettato. Sono grato per la loro creatività». Proprio ora che la serie arriva agli ultimi capitoli, gli spunti che offre si avvicinano sempre più agli scenari attuali della politica internazionale. Se già l'intervento di Putin in Crimea e l'asilo politico di Snowden a Mosca avevano fatto presagire una Guerra fredda 2.0 fra Obama e la Russia, la tensione è definitivamente esplosa nel 2017, dopo lo scandalo delle possibili interferenze di Putin nell'elezione di Trump. A ciò si aggiunga il recente avvelenamento a Londra dell'ex spia russa Sergej Skripal, che ha messo in allarme la Nato.

Il primo episodio della sesta stagione di The Americans si apre con la ballata Don't Dream It's Over e l'allusione alla fine del sogno dell'Impero sovietico non potrebbe essere più esplicita. Siamo nell'autunno del 1987, poche settimane prima dello storico incontro fra Reagan e Gorbaciov, due anni dopo la sua elezione a Segretario generale del Pcus, la carica più alta nella gerarchia di partito e dell'Urss. Philip ha ormai abbandonato l'attività di spia, si dedica solamente al suo lavoro nell'agenzia di viaggi e a hobby molto yankee, mentre Elizabeth, ancora totalmente dedita alla causa, non crede né alla Perestrojka né alla pacificazione fra Usa e Unione Sovietica. «Quando abbiamo iniziato, non immaginavamo che la serie avrebbe avuto questo enorme successo rivela Keri Russell È sempre una scommessa in questo business. Puoi avere gli attori giusti e le storie migliori, ma a volte le cose non vanno e basta. Invece noi siamo stati fortunati».

Per Rhys e Russell, che si sono conosciuti sul set nel 2013, The Americans ha rappresentato anche l'inizio di una relazione sentimentale. Dopo aver cominciato a lavorare insieme, i due hanno iniziato a frequentarsi anche lontano dalle telecamere e nel 2016 hanno dato alla luce il loro primo figlio, Sam. «D'ora in poi noi due lavoreremo sempre solo insieme» dice Philip Jennings. Keri Russell, con la tipica pragmaticità femminile, taglia corto: «Direi proprio di no».

Intanto, insieme, da protagonisti della serie, nel corso di una puntata vanno a mangiare da McDonald's. Una scena altamente simbolica per dei personaggi che a inizio serie hanno giurato eterna fedeltà a Madre Russia e dimostrato repulsione per tutti i simboli americani. «Una delle nostre scene più difficili rivela Joel Fields, scrittore e produttore Dopo anni di omicidi, mutilazioni, scene d'azione ad alta tensione, possiamo dire che uno fra i momenti più intensi di sempre è quello ambientato da McDonald's. Non abbiamo girato in un vero ristorante, lo abbiamo ricreato in studio, in due diverse ambientazioni e posso rivelarvi che ci sono voluti anche molti effetti speciali. Quando vedrete, capirete perché».

Noah Emmerich, che porta in scena Stan Beeman, l'agente Fbi che durante tutta la serie rappresenta l'antagonista della coppia di spie, parla un italiano quasi perfetto e confida di essere stato aiutato da veri agenti del Federal Bureau of Investigation. «Ci hanno aiutato molto a comprendere come parlare, come muoverci, che atteggiamento avere. Ora che ci avviamo alla conclusione, posso dire che questo è stato un viaggio stupendo, vedrete che gran finale abbiamo preparato per voi, forse vi scenderà anche una lacrimuccia. Senz'altro per me è stata un'esperienza unica, non mi era mai capitato nulla di simile nella vita. È difficile sapere che tutto sta finendo, ma siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto».

Emmerich, ora disoccupato, si propone al cinema

italiano: «Dato che parlo la vostra lingua e amo i registi del vostro Paese, sarei felicissimo di recitare in un film da voi, il mio sogno sarebbe girare delle scene a Roma. Se avete dei progetti da propormi, fatevi sentire».

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