C'è un'ipotesi di matrimonio in Maleficent - Signora del male, il film Disney diretto dal norvegese Joachim Rønning in uscita nelle sale il 17 ottobre, seguito del campione d'incassi del 2014 Maleficent a sua volta remake (ma rielaborato) del classico di animazione La bella addormentata nel bosco del 1959. Aurora, la figlia «adottata» da Malefica nel primo episodio (ossia la bella addormentata e la regina cattiva), è chiesta in sposa dal principe Filippo. Per il padre, il Re Giovanni è buona cosa perché così si possono unire definitivamente i due regni, il suo, quello degli esseri umani di Ulstead e quello delle creature magiche della Brughiera.
Ma c'è un ma e lo scopriamo nella divertente cena iniziale sulla scia di Ti presento i miei in cui Malefica, interpretata sempre da Angelina Jolie, si scontra con la consuocera, la regina Ingrith, una giustamente ambigua Michelle Pfeiffer, che la mette subito in difficoltà sottolineando come Aurora non sia la sua «vera» figlia... «Credo che la famiglia non dipenda solo dal sangue. Il mio personaggio non pensava di diventare mamma esattamente come è accaduto a me. Io ora ho la fortuna di avere la famiglia che ho e ho imparato molto dai miei figli. Nel film tocchiamo deliberatamente queste corde e il mio personaggio rimane colpito da quella battuta. Ma siamo madri, non solo di sangue, e ci siamo potute spingere fino a lì perché ne siamo consapevoli», parola di Angelina Jolie, ormai definitivamente ex moglie di Brad Pitt anche se nel controverso divorzio, iniziato tre anni fa e finito pure in tribunale, non sono ancora stati stabiliti gli accordi definitivi sui sei figli della coppia, tre biologici e tre adottivi, con il più grande che ha 18 anni.
Al magazine femminile del francese Le Figaro, uscito in queste ore, la 44enne attrice figlia di Jon Voight ha ammesso che quello della separazione «è stato un momento complicato, in cui non mi riconoscevo più, ero diventata, come dire, più piccola, quasi insignificante».
L'attrice è a Roma insieme a Michelle Pfeiffer per presentare il film come evento di preapertura di «Alice nella città», la sezione parallela e autonoma della Festa del cinema di Roma (17-27 ottobre) dedicata ai più giovani che ieri hanno potuto pure fare le domande alle due star hollywoodiane in una seguitissima masterclass (disponibile sulla piattaforma streaming di Timvision) in cui però più di una volta è stata Angelina Jolie a chiedere ai ragazzi cose ne pensassero del film di cui lei è anche un'avveduta coproduttrice (il primo Maleficent ha incassato quasi 800 milioni di dollari nel mondo): «Ho iniziato a fare l'attrice per caso perché mio padre mi ha messo in un film. Poi ho continuato soprattutto pensando a mia madre che avrebbe voluto fare l'attrice ma si è occupata della famiglia. All'inizio avrò fatto 100 provini prima che qualcuno mi prendesse».
L'attrice californiana vincitrice di due Oscar si è poi addentrata nei temi dell'inclusione, della diversità, della guerra ma anche dell'ambiente che Maleficent - Signora del male solleva: «Sono questioni molto importanti - dice - per queste giovani generazioni così interconnesse grazie ai viaggi aerei e ai social.
Ma c'è comunque un risorgere dell'odio, sfruttato politicamente da molti, ma se finalmente imparassimo ad amare un mondo che è pieno di diversità automaticamente il rispetto per gli altri si tradurrà anche in quello per l'ambiente. Perché la crescita ci deve essere ma in maniera responsabile».
Le fa eco Michelle Pfeiffer, 61 anni splendidamente portati («Faccio del mio meglio anche se c'è troppa pressione su questa questione dell'età»), che, se avesse una
bacchetta magica, dice che la userebbe per «un mondo più tollerante» perché «oggi la parte più intollerante, che c'è sempre stata, si fa più sentire ma l'unico modo per andare avanti è accettare le diversità cosi come sono».
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