Le accuse di molestie contro Woody Allen hanno tardato l'uscita di Un giorno di pioggia a New York

Un giorno di pioggia a New York è un film che ha subito numerosi ritardi e problemi durante la produzione a causa di alcune accuse di molestie nei confronti di Woody Allen, che si è arrabbiato con il protagonista che gli ha voltato le spalle

Le accuse di molestie contro Woody Allen hanno tardato l'uscita di Un giorno di pioggia a New York

Un giorno di pioggia a New York è il film di Woody Allen che va in onda questa sera alle 21.10 su Rai Movie. Il film ha avuto non pochi problemi produttivi: lo scoppio del movimento Me Too e le rinnovate accuse contro Woody Allen nei confronti della figlia adottiva hanno portato alla sospensione dell'uscita del film in sala, facendogli subire un ritardo sostanzioso.

Un giorno di pioggia a New York, la trama

Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning) arrivano a New York per inseguire un'occasione da non perdere. Ashleigh, infatti, è riuscita a ottenere un'intervista con Roland Pollard (Liev Schreiber), un regista che ormai da molto tempo sta affrontando un periodo di crisi. Ashleigh non torna nella Grande Mela dai tempi dell'università ma non sembra particolarmente interessata a scoprirla di nuovo. Quando poi Roland Pollard le promette un vero e proprio scoop la ragazza decide di dimenticare i piani precedenti e gettarsi all'avventura, dove si troverà invischiata con il divo Francisco Vega (Diego Luna). Gatsby, intanto, cerca di godersi comunque la città di cui è innamorato, senza lasciarsi scoraggiare né dalla pioggia che si abbatte su di lui, né da Ashleigh che, per inseguire il sogno della sua vita, ha rinunciato anche all'appuntamento per conoscere i genitori del suo fidanzato. Tuttavia Gatsby verrà a sua volta travolto da una serie di buffi aneddotti che lo porteranno a recitare al fiano di una grande diva (Selena Gomez) che cercherà di aprirgli gli occhi anche sul suo rapporto sentimentale.

L'attacco di Woody Allen a Timothée Chalamet

Come si legge su Coming Soon la lavorazione di post-produzione di Un giorno di pioggia a New York fu un vero proprio incubo per il regista Woody Allen. Il film, infatti, venne girato nel 2017 con il proposito di arrivare in sala l'anno successivo. Un piano che andò in fumo quando, appena concluse le riprese, su Woody Allen si riversò l'odio del movimento Me Too, con il riemergere delle accuse di molestie sessuali nei confronti della figlia adottiva Dylan Farrow, figlia dell'attrice Mia Farrow. Un caso risalente al 1992 per cui Woody Allen era già stato assolto dalla giustizia anni prima, ma che tornò a galla e diede nuova linfa alla gogna pubblica dei social media e dei tribunali sommari di internet. Tra le polemiche in crescita, gli attacchi costanti contro Woody Allen e un contesto delicato in cui muoversi, Amazon Studios - che aveva i diritti del film - decise di ritirare l'uscita di Un giorno di pioggia a New York a tempo intederminato. Un giorno di pioggia a New York rimase quindi "in ostaggio" dello studio, che era troppo spaventato dalle conseguenze che la distribuzione avrebbe potuto avere.

Nel febbraio del 2019, però, Woody Allen decise di aver aspettato troppo e fece causa ad Amazon Studios per una somma di 68 milioni di dollari. La controversia legale si concluse nel maggio dello stesso anno, quando Amazon restituì al regista i diritti legati alla distribuzione. A questi problemi "burocratici" si aggiunsero quelli di immagine, quando Woody Allen vide alcuni dei suoi attori protagonisti voltargli le spalle. Timothée Chalamet, ad esempio, si dissociò quasi subito e pubblicamente da Woody Allen. Come si legge sul sito della CBS, infatti, Timothée Chalamet dichiarò: "Voglio essere all'altezza di poter stare fianco a fianco di quei coraggiosi artisti che combattono affinché tutte le persone vengano trattate col rispetto e la dignità che meritano." Chalamet dunque prese le distanze dal lavoro svolto, annunciando che non avrebbe più lavorato con Allen e decidendo di devolvere il suo salario a tre enti benefici impegnati alla lotta contro le molestie e gli abusi.

Proprio come aveva combattuto contro Amazon Studios, Woody Allen si prese il suo tempo anche per rispondere a Timothée Chalamet, sebbene a distanza. Come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, Woody Allen parlò dell'attore nel suo librio autobiografico A proposito di niente, dicendo che la denuncia di Chalamet era dovuta solo alla speranza di avere più occasioni di vincere l'Oscar per il film Chiamami col tuo nome.

Nel libro, come riportato da Rolling Stone, si legge: "In seguito Timothée ha manifestato il rammarico di essere comparso in un mio film e l’intenzione di versare il suo cachet in beneficenza, ma a mia sorella ha giurato di averlo dovuto fare perché era in lizza per l’Oscar con Chiamami col tuo nome, e lui e il suo agente avevano pensato di avere maggiori chance di vincere prendendo le distanze da me, come poi ha fatto. In ogni caso non rimpiango di avere lavorato con lui e non intendo restituire neanche un dollaro del mio compenso”.

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