Già il titolo rende l'idea. Christian De Sica ha deciso di pubblicare un disco di Natale nel quale canta (molto bene) classici natalizi come White Christmas o Let it snow o Jingle bells. E ora lo presenta a modo suo perché l'ha intitolato Merry Christian, un gioco di parole che rende lo straripante talento istrionico di questo figlio d'arte diventato figlio dell'arte: «È stato abbastanza semplice con un padre come il mio, che mi ha avuto a cinquant'anni e grazie al quale ho iniziato un percorso che da Charlie Chaplin mi ha portato a Jerry Calà, ho praticamente fatto il giro del mondo artistico». Ora, a 66 anni e con un curriculum enorme, può dire che «solo il cinema mi ha tolto dalla musica perché la cosa che mi è sempre piaciuta di più è cantare. Quasi quasi faccio i film per cantà (ride - ndr). Di nascosto da mio padre cantavo nelle piazze, il mio batterista era Massimo Boldi». Però le storie della vita spesso hanno un copione imprevedibile e quindi «dopo Sapore di mare la mia strada è andata sempre più verso i film». Stavolta sposa le due passioni. Ora esce Merry Christian e il 14 arriverà Poveri ma ricchissimi diretto dal contestato Fausto Brizzi e lanciato da un trailer dal quale il nome del regista è stato cancellato: «Non sono d'accordo», dice lui.
Una scelta molto dura.
«Spero che la giustizia faccia chiarezza. Ma Brizzi è un tipo così minuto che, se lo tocchi, casca per terra. Di solito a molestare erano i produttori brutti, lui è un bel ragazzo educato».
A proposito di sorprese. Il suo ex produttore Aurelio De Laurentiis manda nei cinema Super Vacanze di Natale, che raccoglie il merito degli storici cinepanettoni.
«Beh, non ne sapevo nulla. Dopo 35 anni di collaborazione manco una telefonata... Io il film non l'ho visto, ma è una sciocchezza perché gli stessi spezzoni si possono vedere da anni gratis su YouTube».
Forse è una ripicca per la fine di un ciclo che ha fatto epoca.
«In realtà l'anno scorso, dopo che il mio film ha incassato 7 milioni e quello di Lillo e Greg circa 4 milioni, lui mi ha chiamato chiedendomi di tornare nella famiglia».
Quella dei cosiddetti cinepanettoni.
«Cinepanettone è un termine dispregiativo, ma in realtà quasi tutte le commedie girate in Italia sono cinepanettoni».
Da sempre va di moda denigrare le opere di grande successo.
«Mi viene in mente il caso del Grande Fratello Vip, che ogni tanto seguo. Quando lo vedi, ti fa ridere e ti diverti. Poi quando finisce, inizi a dire che schifo, che paese malridotto ecc. Così i cinepanettoni. Al cinema tutti ridono e poi, quando escono dalla sala, ne prendono le distanze e si chiedono come ci siamo ridotti».
E gli attori?
«Diciamo che, in Italia, di attori alla De Niro ne vedo pochi. Invece attori alla Macario ne vedo molti di più».
Lei è un attore brillante.
«Un comico».
Ma anche un cantante.
«Per usare il titolo di un grande brano di Lelio Luttazzi, canto anche se sono stonato».
Luttazzi diceva che lei è il miglior cantante swing in Italia.
«Ma non sono mica un crooner alla Tony Bennett, eh. Però la musica è la colonna sonora della mia vita. Ho registrato dischi e fatto musical oppure spettacoli con l'orchestra».
Stavolta c'è Merry Christian.
«Avrebbe dovuto intitolarsi White Christian ma poi qualcuno temeva critiche di razzismo. Ma io pensavo: E che, proprio i neri se devono incazzà?».
Ci sono veri standard come White Christmas o Jingle Bells.
«Ma ci sono anche pezzi importanti come Lacreme napulitane del grandissimo Libero Bovio oppure una versione quasi country di Astro del ciel. In fondo, le canzoni natalizie in italiano sono pochissime».
Scusi, De Sica, lei canta, balla, recita, presenta. Potrebbe condurre il Festival di Sanremo.
«Me l'hanno chiesto due o tre volte ma ho sempre rifiutato anche per impegni concomitanti. Forse adesso però lo farei».
Finirebbe anche nel bailamme dei social network.
«I social danno la possibilità anche a dei
cialtroni di esprimere giudizi. Sono tutti critici cinematografici o musicali. E poi quanta rabbia. Questo fa capire che la gente è povera e incattivita. A Tale e Quale ho criticato Lady Gaga e sui social mi hanno massacrato...».
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