"Prima che se andasse in clinica, era arrivato ad un punto in cui tremava e continuava a ripetere ‘devo farmi una dose’. C’erano feste alle quali George collassava sul pavimento e dovevano portarlo via sporco del suo stesso vomito, cose terribili. Era diventato molto magro e molto malato". Quella di George Michael, morto oggi stroncato da un infarto, era una vita di ombre ed eccessi. A metterla a nudo è stata, l'anno scorso, Jackie Georgiou, moglie del cugino Andros, proprio mentre l'ex cantante degli Wham! si trovava in una clinica svizzera per combattera la dipendenza da crack.
Una vita di successi, insomma, ma anche di troppi eccessi. Segnata dalla dipendenza dalle droghe e dal sesso. "È per colpa del crack, della marijuana, dell’alcol e della cocaina se si è ridotto così – raccontava Jackie Georgiou il 13 luglio dell'anno scorso al Daily Mail – avrebbe finito col morire o coll’essere arrestato, ero terrorizzata dall’idea che potesse morire". Quell'intervista, riproposta oggi da Dagospia, dà un sapore amaro alla vita patinata di George Michael. Una vita che non fu solo successi e scintillii. Secondo la moglie del cugino, la passione per il sesso gay occasionale avrebbe portato l'autore di Last Christmas a buttarsi nelle droghe: "Lui tendeva alla dipendenza e amava il rischio. Non aveva problemi a farsi una dose in un cespuglio o nei parchi pubblici. Ecco a cosa lo hanno portato i ragazzi che affittava per le sue notti di sesso".
Negli ultimi anni lo stesso George Michael aveva ammesso, in più di un'occasione, di aver fumato la cocaina sotto forma di crack.
Una sostanza che, in molti casi, può rivelarsi letale dal momento che provoca danni al cervello, epilessia e psicosi. E dietro alla grave forma di polmonite che lo colpì nel 2011 potrebbe proprio esserci l'abuso di crack.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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