Che splendore «Il malato» in veste moderna

Non appena smorte luci d'acquario si aprono sulla stanza di Argante, il Malato immaginario secondo Molière, noi spettatori ci troviamo alle prese con un non luogo di difficile definizione. Poiché troviamo una sala del trono misteriosamente invertita di segno. Con un Argante che sonnecchia sotto l'imponente parrucca del Re Sole mentre attorno a lui giacciono gli sparsi segnali del suo potere. Che sono flaconi, decotti ed alambicchi divenuti gli inutili araldi della sua corte. Dopo questo folgorante inizio la gran commedia comincia con l'invasione dei caratteri che in costumi di oggi circondano la vittima di se stesso delle loro spiritose invenzioni di solerte quanto dubbia malafede. Dove con l'eccezione di Antoinette, la spiritosissima Laura Cleri e di Beraldo fratello della vittima designata che Emanuele Vezzoli caratterizza da maestro come un angelo sceso a salvare Argante dall'umor nero compongono questo quadro senza tempo. Dove l'innamorato Cleante, lo strepitoso Luca Nucera, appare nelle vesti di Pulcinella chiamato alla corte di Francia. Massimiliano Sbarsi disegna il gran ruolo di Argante ispirandosi con foga a un Don Giovanni che tenta invano di eguagliare nella sua follia di collezionista non femmine ma impiastri e stolidi medici. Nè manca, in questo magnifico spettacolo, la nota esoterica rappresen- tata dagli spauracchi dei dottori Fecis e Purgon.

Con l'eccezione della dolce Angelica della brava Paola De Crescenzo che ricorda la fatina di Pinocchio. Il tutto condito in maniera sopraffina dalla regia di Walter Le Moli magnifico sommelier.

IL MALATO IMMAGINARIO - Teatro Due, Parma.

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