il commento 2 Rai Tre, la tv che sembra un circoletto

Ma l'egemonia della sinistra è egemone nei fatti (nei numeri), oltre che nelle rendite di posizione? Vista in tv, non si direbbe. Certo, le caselle che la sinistra occupa sono tante, però spesso il piccolo schermo è il mezzo preferito per gestire il piccolo cabotaggio, per navigare a (s)vista. Perché la tv non è come il gioco del Monopoli, non basta mettere le mani su casematte, casini e casi umani. Bisogna farli fruttare in termini di ascolti. La tv, prima che una piazza, pulita o sporca, è un mercato. E su Raitre, ultimamente, pare un mercato delle vacche magre. La nipotina della «Telekabul» guidata da Sandro Curzi pare aver tirato i remi in barca, ormai non dà più battaglia all'Italia berlusconica, ma si limita a coccolare lo zoccolo molle del côte ultra-corretto, delle componenti radical-chic titillanti pulsioni all'apparenza anti-sistema ma che del sistema sono parte integrante. La rete diretta da Andrea Vianello, già eccellente conducator di Mi manda Raitre, cioè di quelle schegge di autentico servizio pubblico che facevano emergere le grane quotidiane degli italiani, vive una fase di stallo perché il celodurismo sinistrorso sta cedendo il passo al cazzeggio e allo smarchettamento. Il Pane Quotidiano di Concita De Gregorio troppo spesso è raffermo, poiché collosi e stantii sono i suoi ospiti, tanto che la replica serale è stata sostituita letteralmente da Sconosciuti, trasmissione che si propone di far emergere il cosiddetto «Paese reale», raccogliendo numeri più o meno in linea con quelli incamerati dall'ex direttora dell'Unità. Il faziano Che tempo che fa, inattaccabile dal punto di vista dei numeri, non può ripararsi sotto il gesto dell'ombrello indirizzato a Equitalia da Sua Maestà Maradona, per parare i colpi di chi si lamenta del conformismo buonisteggiante che ne è da anni la cifra distintiva. Verrebbe voglia di rifugiarsi sotto il Gazebo, se non fosse che l'1 per cento raggranellato somiglia troppo a una foglia di fico e se non fosse che la seduta di autoanalisi e di autocritica militante manda in depressione gli stessi novelli agit-prop, in primis lo stranito Zoro.

E persino quando si batte la via della fiction, come avvenuto con The Newsroom, serie «made in Usa» incentrata sul mondo del giornalismo, le cose non vanno bene, visto che la prima puntata è stata bocciata dall'Auditel con un misero 2,3 per cento di share. Insomma, non soltanto i «comunisti» o presunti tali non mangiano più i bambini. Messi come sono, in tv non offrono nemmeno agli adulti qualcosa da sgranocchiare seduti sul divano.

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