Contro i mulini a vento di una falsa realtà dobbiamo lottare usando la forza dei "Baci"

Un amore romantico e assoluto nasce per caso in regime di lockdown

Esce il nuovo libro di Manuel Vilas, I baci (Guanda, pagg. 432, euro 19, traduzione di Bruno Arpaia), il noto poeta e scrittore spagnolo che ancora una volta sorprende il lettore a partire dal titolo, di retrogusto romantico, proposto nella forma del plurale a indicare un'azione ripetuta, espressione della forza rigenerante dell'amore.

È una storia soggettiva e al contempo plurale, ancorata alla realtà sociale di oggi, segnata dall'evento drammatico della pandemia che ci ha costretti a vivere relegati in casa o in luoghi appartati, contro cui protesta il sentimento prepotente d'amore, territorio mai del tutto esplorato e sovente destinato a finire. Ma il romanzo sfugge a ogni etichetta di classificazione, se non accettiamo quella proposta dall'autore: una ricerca di libertà e verità. Il racconto abbraccia poco più di quattro mesi, ha inizio nel marzo 2020 e racconta la vicenda sentimentale vissuta da Salvador, un professore di 58 anni (quanti ne ha l'autore) il quale, a causa dei primi vuoti di memoria, ottiene il prepensionamento. Prima che scatti il lockdown, abbandona Madrid e va a vivere in una baita di montagna a Sotopeña, un paese sull'altopiano castigliano. Qui conosce Montserrat, che gestisce l'unico spaccio di alimentari, una donna non più giovane ma dotata di una bellezza «fuori dal comune», separata dal marito e madre di Mare, che vive con il padre in Germania.

Nella casa di legno circondata da alberi, Salvador riflette sull'età avanzata, richiama il proprio passato incolore, ragiona sullo sbarco dell'uomo sulla luna, ipotizza il futuro del mondo e ricorda la canzone di Franco Battiato Voglio vederti danzare, che invita a cantare, a ballare, una chiara esortazione a tornare alla vita. Crescono intanto i momenti di incontro con Montserrat, cui segue l'ebbrezza del primo bacio, i tanti baci dati e ricambiati dalla donna che chiama Altisidora, la Didone virgiliana immortalata da Cervantes nel Don Chisciotte, nel cui folle eroe il protagonista si identifica. Baci e abbracci, messaggi WhatsApp esaltano la nuova esistenza dell'esteta sognatore, consapevole che la passione finirà presto. Ma che importa: la vita non avrebbe scopo senza una buona dose di utopia, l'utopia di un amore inteso quale atto di ribellione contro il vuoto del passato e la minaccia presente della pandemia. Il libro condivide legami con l'opera precedente dell'autore, ma soprattutto è uno spaccato sociale che rispecchia la realtà, segnata dai lutti del Covid, dove troviamo amici come Rafael Puig con cui dialogare e personaggi noti quali il re Juan Carlos, insieme al cantautore Battiato, presente fin dall'epigrafe iniziale che recita: «La stagione dell'amore viene e va,/ i desideri non invecchiano quasi mai con l'età»: un ritmo e una filosofia che segnano le pagine del libro.

I baci presenta brevi capitoli, monologhi e dialoghi che si intrecciano, vanno avanti e indietro nel tempo, dove Salvador - alias l'autore - si interroga sui fatti della storia del passato e del presente, anche se l'attenzione maggiore è volta ad auscultare i momenti vissuti con Montserrat, a registrare la sua voce, dolce o dura, a raccontare l'abbraccio con

cui il corpo della donna e quello dell'uomo si fondono protetti da un alone sovrannaturale. Ma i baci sono veri, sono atti concreti d'amore poiché, commenta il protagonista, sono «la certezza, l'unica certezza del mondo».

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