Caprarica: "Nessuno sarà mai come lei. Il destino della monarchia è scritto"

La regina Elisabetta II lascia al figlio Carlo la Corona e un grande patrimonio economico, al resto del mondo una serie di insegnamenti che difficilmente verranno dimenticati

Caprarica: "Nessuno sarà mai come lei. Il destino della monarchia è scritto"

"Tutta la mia vita, breve o lunga che sia, sarà al servizio vostro e del nostro Paese" (Sudafrica, 21 aprile 1947). Una promessa grave, importante e difficile da mantenere per una ventunenne, spensierata e piena di vita, che sapeva di dover diventare la sovrana del Regno Unito, ma vedeva questo evento come molto lontano nel tempo. Questa, però, non era una fanciulla come le altre, e nonostante la sua giovine età, l’euforia per il suo recente compleanno e per la prima missione pubblica in Sudafrica, aveva saputo calibrare ogni parola con attenzione, riuscendo negli anni a trasformare quell’affermazione in realtà. Si tratta della regina Elisabetta II, una donna che rimarrà famosa per la sua dignità, la sua silenziosa tenacia ed eleganza.

Dopo 70 anni di regno, ha portato a termine il suo dovere e ha lasciato i suoi figli, i suoi nipoti, il suo Paese e il mondo intero. Adesso la "palla" passa all’ex principe Carlo, nuovo Re del Regno Unito, a cui spetta un compito: quello di traghettare il Paese in una nuova epoca e di doverlo fare all’ombra di una madre così "ingombrante", che difficilmente riuscirà a superare in fama, stima e bravura. Ma la Regina non avrebbe mai potuto lasciarlo affrontare questo periodo a mani vuote: oltre al testamento materiale, Elisabetta II ha lasciato ai suoi eredi una serie d'insegnamenti morali, che le nuove generazioni farebbero bene a tenere a mente. Ne abbiamo parlato con Antonio Caprarica, esperto della royal family e autore di "Elisabetta. Per sempre Regina. La vita, il regno, i segreti", Sperling & Kupfer, 2021.

La regina Elisabetta II ha disposto in vita di un doppio patrimonio economico: uno personale e l’altro che fa capo al Crown Estate. A quanto ammontano?

"Questo non lo sa nessuno. È un segreto di casa Windsor. Si calcola che il patrimonio personale di Elisabetta II sia stato intorno alle 400 milioni di sterline. Alcuni dei suoi critici repubblicani più accesi, come il parlamentare Norman Baker, sostenevano che si trattasse di una cifra più elevata, forse intorno al miliardo di sterline. Comunque, Balmoral e Sandringham sono proprietà privata e appartenevano all’asse ereditario della Regina. Gli altri palazzi fanno capo al Crown Estate, così come la collezione di quadri di Buckingham Palace e di Windsor, i disegni di Leonardo, i gioielli della Corona, gli archivi. Quindi la sovrana ne è stata custode per conto della Nazione, ma non ne ha mai disposto finanziariamente. Lo stesso vale adesso per Carlo, a cui passa la complessiva eredità di Elisabetta, in quanto capo della casata".

Agli altri eredi non spetta nulla?

"In Inghilterra vige il maggiorascato, ovvero il primogenito nelle famiglie titolate eredita tutto, anche per garantire, in questo caso, la potenza del sovrano nelle generazioni. Ai cadetti non tocca legalmente nulla della proprietà legata alla funzione reale, ma sicuramente Sua Maestà ha lasciato ai figli minori alcune proprietà, più una somma in denaro. Per quanto riguarda i titoli, il ducato di Lancaster, che afferisce alla famiglia Windsor dal 1300, tocca al re. Quello di Cornovaglia, che era di Carlo, passa a William, come nuovo principe di Galles ed erede al trono. Il ducato di Cambridge, invece, rimarrà a William fino ai 21 anni del principe George, suo primogenito. Sempre che ciò corrisponda alla volontà di Carlo: i titoli sono nella disponibilità del sovrano e quindi potrebbe deciderne diversamente".

La Regina lascia ai posteri un enorme patrimonio morale. Cosa ci ha insegnato?

"Elisabetta II nella sua vita ha assunto una costellazione di principi morali a cui non è mai venuta meno: il senso di responsabilità e l’amore verso il suo Paese, l’interesse per il suo passato ma anche per il suo futuro, viste le esternazioni in merito alla crisi climatica. Non mi viene in mente nessun altro che abbia incarnato un’idea di regalità, pur rimanendo vicina ai suoi sudditi, a dispetto di tutte le polemiche che vedevano Elisabetta 'out of touch', priva della capacità di empatia. A giudicare da come gli inglesi la amavano, mi sembra che la gente comune avesse avvertito una presenza affidabile, anche se non particolarmente sorridente. Solo negli ultimi anni abbiamo visto Elisabetta sorridere con una frequenza inusuale. Naturalmente tra le sue doti, ricordiamo anche la capacità di influenza sulle vicende del mondo. È vero che la sovrana del Regno Unito non ha nessun potere politico, a parte quello di essere informata, di consigliare e di ammonire, ma è vero altrettanto che la Regina si è saputa guadagnare un’autorità morale e d’immagine che pochi altri statisti possono vantare".

Il suo ultimo libro è dedicato proprio alla figura della regina Elisabetta II, “Elisabetta. Per sempre Regina”. Come mai ha scelto questo titolo?

"Nell’immaginario globale lei continua a essere la Regina. Le altre hanno tutte bisogno del nome per essere identificate. Elisabetta no: era la Regina e basta. Era ciò che tutti noi ci siamo sempre aspettati da una sovrana: dignità, misura, compostezza, grazia, gentilezza. Pur essendoci tanta distanza tra lei e me, e pur essendo io un repubblicano incallito, l’ho sempre sentita come un’amica, perché mi pareva una persona di cui ti puoi fidare. Anche in questo è stata una Regina, una persona alla cui parola potevi credere. Poi è stata l’ultima incarnazione della monarchia imperiale, che ha rappresentato la Gran Bretagna al massimo del suo potere. Non ce ne potranno essere delle altre: i tempi sono cambiati. I Windsor hanno accompagnato per mano la Gran Bretagna mentre diventava l’impero più vasto visto in epoca moderna, e hanno goduto degli immensi privilegi di essere alla sua testa. Elisabetta II è stata così brava nell’accompagnare il Paese durante questo lungo declino, senza fargli avvertire eccessivamente la perdita".

Come cambierà la monarchia nelle mani di Carlo?

"Carlo ha già espresso con chiarezza che vuole una monarchia 'smagrita', quindi un regno che si limiti al sovrano, alla sua consorte e alla sua linea diretta di successione: il principe William con la moglie Kate Middleton, e i figli che a loro volta sono destinati al trono. Tutti gli altri rami della royal family verranno 'tagliati' via senza pietà. Rimane, però, un problema, di cui Carlo e William stanno discutendo proprio negli ultimi tempi: che genere di monarchia presenteranno al pubblico? Finora abbiamo avuto una pletora di personaggi reali, divisi in primo e secondo livello. I cugini e i nipoti della regina Elisabetta erano impegnati ogni anno in migliaia di eventi pubblici minori in giro per il Paese: svelare una targa, piantare degli alberi, inaugurare una struttura, a fronte di un certo numero di critiche da parte di chi si chiedeva quale fosse il loro vero scopo. Chiaramente una famiglia reale smagrita non sarà in grado di mantenere questo ritmo. Per risolvere la questione ed evitare le polemiche, Carlo e William stanno esaminando questa idea: cambiare modello, non avendo più una famiglia reale che si occupi di migliaia di micro-eventi, ma una royal family più 'specializzata' su temi di grande impatto sociale. Abbiamo già degli esempi: la duchessa di Cambridge è interessata all’educazione per l’infanzia, William è molto concentrato sui temi della salute mentale, Carlo sull’ambiente. Questo è l’aspetto più importante della mission, a cui si lega quello immobiliare".

Re Carlo dove vivrà?

"Ha intenzione di alloggiare sempre a Buckingham Palace, ma in un 'flat above the shop', cioè in un appartamento molto ridotto, non nelle 52 stanze dove ha vissuto Elisabetta II, per consentire al pubblico di godere delle bellezze del Palazzo ogni giorno dell’anno. I Cambridge si trasferiranno a Windsor e Clarence House rimarrà a disposizione dei giovani reali. Questo sarà il nuovo assetto della monarchia nel prossimo futuro, fermo restando che, con o senza Elisabetta, il trono non corre rischi".

Quindi la monarchia è un’istituzione destinata a sopravvivere? E per quanto ancora?

"I repubblicani nel Regno Unito sono localizzati nelle città e corrispondono al 20-30%. Quindi sono in numero minoritario. Esclusi cataclismi, che al momento nessuno riesce a immaginare, almeno nel futuro prevedibile la Corona è destinata a durare. Carlo e Camilla non saranno probabilmente dei sovrani popolari, ma non lo erano nemmeno Giorgio V o ancor prima Edoardo VII.

La popolarità di Elisabetta non è stata condivisa dagli altri, eppure la monarchia è sopravvissuta ugualmente. Inoltre possiamo immaginare che al breve regno di Carlo seguirà quello di William, figlio di Diana, durante il quale la causa dei Windsor conoscerà un’altra fiammata d’interesse ed entusiasmo".

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