Le fatine Winx tornano in una serie dark e young-adult

Le protagoniste del celebre cartoon, nella versione live action, sono adolescenti divise tra vita scolastica, problematiche dell’età e minacce sovrannaturali di matrice horror

Le fatine Winx tornano in una serie dark e young-adult

Esce oggi su Netflix la serie tv Fate: The Winx Saga e l’avviso è d’obbligo: dimenticate il cartoon originale, “Winx Club”, uscito per la prima volta nel lontano 2004 e durato per otto stagioni. Si tratta di due prodotti totalmente diversi perché differente è il target cui sono destinati.

Iginio Straffi (già creatore del cartone animato e qui produttore esecutivo, assieme a Brian Young) ha scelto di dedicare la versione live-action delle sue fatine al pubblico degli adolescenti e dei giovani adulti. Del resto, i bambini di allora sono cresciuti e, più che sull’effetto nostalgia fine a se stesso, qui si punta a entrare in empatia con lo spettatore.

Le fate coloratissime e filiformi protagoniste di un’animazione fiabesca, sono ora, su Netflix, adolescenti in carne e ossa, alle prese con un mondo pieno di magia ma anche, a suo modo, più verosimile possibile, in cui i ragazzi usano Instagram, discutono di Harry Potter, ascoltano Dua Lipa e così via.

Oggi come ieri, le Winx sono un gruppo di giovani fate che vivono e studiano presso il college Alfea, nell’Oltremondo. Il primo episodio segna l’arrivo a scuola di Bloom (Abigail Cowen), fata sedicenne cresciuta nel mondo degli umani e che ha da poco scoperto di essere dotata di poteri magici. Poi ci sono Aisha (Precious Mustapha), sua compagna di stanza, che domina l’acqua; Musa (Elisha Applebaum), fata della mente; Stella (Hannah van der Westhuysen), principessa di Solaria, il cui potere deriva dalla luce; infine, Terra (Eliot Salt), che sa comunicare e interagire con la natura. Nell’istituto, inoltre, si allenano al combattimento gli Specialisti: giovani uomini e donne pronti ad per aiutare le fate nel momento del bisogno. Tra la volontà di ricostruire vicende avvenute nel passato e la necessità di fronteggiare un pericolo mostruoso che minaccia la scuola e i suoi studenti, la narrazione procede a suon di rivelazioni.

Oltre a imparare a padroneggiare i propri poteri magici, le protagoniste cercano di destreggiarsi tra rivalità amorose, segreti da svelare e nemici da sconfiggere, scoprendo come sia difficile tenere a bada non solo problematiche esterne ma anche interiori. Incomprensioni con i genitori, insicurezze adolescenziali e trascorsi talvolta drammatici, rendono queste fate simili a tante altre aspiranti adulte: c’è quella immatura e impulsiva, quella logorroica e complessata, quella ligia alle regole e quella vittima di una figura genitoriale disturbata. Non mancano scene, più o meno esplicite, riguardanti sesso, alcool e droghe leggere, così come cenni a tematiche moderne come quella del body positive e della sessualità fluida. L’atmosfera cupa e sinistra del racconto cede il passo, all’occorrenza, a momenti felici o divertenti, mentre la componente soprannaturale sfuma nell’horror.

Alla ricerca di sé e di un legame con le coetanee, ogni Winx in questa prima stagione è vista ancora come entità singola piuttosto che come parte di un vero gruppo ed è giusto così: le seguiamo durante un percorso di conoscenza reciproca molto accidentato, perché il futuro indissolubile legame viene messo alla prova fin sul nascere. Sarebbe stato infantile mostrare senza intoppo alcuno il cementarsi di un’amicizia così profonda.

Il racconto scorre fluido, ammantato di una fotografia dai toni cupi e costellato di effetti speciali di media qualità. L'evasione è piacevole, il ritmo accattivante.

"Fate: The Winx Saga" echeggia molti altri prodotti che hanno fatto epoca per generazioni diverse (dai “Goonies” a “Streghe”, da “Beverly Hills 90210” a “Harry Potter”), il che non guasta: la visione condivisa, tra genitori e figli adolescenti, può far riflettere su alcune dinamiche, familiari e non, e favorire la complicità.

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