Il film da riscoprire

Il film da riscoprire

Che grande carriera, quella di John Huston. Nato in Nevada nel 1908 e morto nel 1987, proprio il 28 agosto, è stato regista, sceneggiatore e attore. Vinse solo due Oscar, ma ottenne un'infinità di candidature, cinque per la regia (Il tesoro della Sierra Madre nel '49, Giungla d'asfalto nel '51, La regina d'Africa nel '52, Moulin Rouge nel '53 e L'onore dei Prizzi nell'88), una come attore non protagonista (Il cardinale, 1964) e otto per la sceneggiatura. Le due statuette (regia e sceneggiatura) gli furono assegnate per lo stesso film, Il tesoro della Sierra Madre (ore 21.00 Iris). È un cupo, disperato dramma sull'avidità umana, girato in un tenebroso bianco e nero. Siamo a Tampico, in Messico, nel 1925. I vagabondi americani Fredd Dobbs (Humphrey Bogart) e Bob Curtin (Tim Holt) si lasciano incantare dal vecchio ex minatore Howard (Walter Huston). Affascinati da mirabolanti racconti su filoni e pepite, partono con lui per la Sierra Madre verso un giacimento d'oro. Al trio si aggiunge il violento cercatore d'oro Jim Cody (Bruce Bennett), che pretende di entrare in società. Troveranno tanto oro da mandare fuori di testa Dobbs nell'interminabile viaggio di ritorno. E la sfortuna si accanirà sui suoi compari. Memorabili le scene notturne accanto al fuoco che disegna sinistri bagliori sui volti degli assatanati e sospettosi gaglioffi.

Tre gli Oscar alla famiglia Huston: oltre a quelli per la regia e la sceneggiatura a John, come migliore attore non protagonista al padre, uno straordinario Walter, che supera perfino Humphrey Bogart esageratamente gigione.

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