Il film del weekend: "Dream house"

Un thriller rimaneggiato in malo modo in fase di post-produzione e perciò abortito nonostante regista e cast celebri ed una prima parte promettente.

Il film del weekend: "Dream house"

Will Atenton (Daniel Craig) si trasferisce, assieme alla moglie Libby (Rachel Weisz) e alle due figliolette, in una casa fuori città in cui iniziare la stesura del suo primo romanzo e godersi la famiglia. All’inizio l’atmosfera è da sogno ma ben presto si scopre che l’abitazione è stata teatro, cinque anni prima, di un orribile massacro: l’ex proprietario vi assassinò moglie e figlie. Quando Will viene a sapere che l’uomo è ancora vivo e nuovamente libero, decide di indagare su quanto accaduto.

“Dream House”, girato nel 2009, esce in Italia in questa prima settimana d’Agosto. In America è stato il flop più clamoroso del 2011 e il regista ed il cast lo hanno disconosciuto, rifiutando di rilasciare interviste e promuoverlo. Il motivo è presto detto: la casa produttrice lo ha rimaneggiato a più non posso in fase di montaggio, ha aggiunto e tolto scene arbitrariamente, cosa che non è andata evidentemente giù al grande Jim Sheridan, il regista già candidato più volte all’Oscar con titoli come “Il mio piede sinistro” e “Nel nome del padre”.

Il film è un curioso ibrido tra “The Others”, “Il sesto senso” e altri capisaldi di genere ma non ne ha minimamente la statura perché psicologia, horror e sentimento qui non riescono ad amalgamarsi. Purtroppo quelli che sono i passaggi fondamentali della trama restano poco approfonditi ed il finale è frettoloso e imbarazzante per la sua inconsistenza e bizzarria. Gli appassionati di gossip sappiano che sul set si sono incontrati ed innamorati Daniel Craig e Rachel Weisz, sposatisi lo scorso anno. Non resta molto altro da salvare a parte l’evidente alchimia tra i due bellissimi interpreti. Naomi Watts è assolutamente trascurabile nel ruolo della vicina di casa dei protagonisti, perché il suo personaggio si affida al non detto e ad espressioni sospese ma la sceneggiatura non lo sostiene a dovere.

Quest’opera aveva, sulla carta, potenzialità affascinanti ma le ripetute ingenuità ed incongruenze dovute ai rimaneggiamenti effettuati contro il volere del regista, ne fanno qualcosa di trascurabile in cui all’assenza di brividi si accompagnano momenti soporiferi.

Ad ogni modo, per chi è interessato a vedere “Dream House”, è importantissimo evitare il trailer. Si tratta infatti di uno spoiler che brucia il punto cruciale del film e ne rovina irrimediabilmente la visione al cinema.

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