Il film del weekend: "Ghostbusters"

Il reboot cerca di distanziarsi dal film originale del 1984 per evitare l'impietoso confronto. Divertimento garantito per gli amanti della comicità surreal-demenziale

Il film del weekend: "Ghostbusters"

A trentadue anni dall'uscita al cinema di quello che è poi divenuto un cult generazionale, ecco arrivare nelle sale un nuovo "Ghostbusters". Non si tratta né del seguito né del remake del film diretto da Ivan Reitman ma di un reboot, ossia di un riavvio del "brand" rispettoso della pellicola originale e allo stesso tempo innovativo secondo i gusti di certi teenager odierni.

La storia è ambientata nell'epoca attuale. Erin (Kristen Wiig) è sul punto di ottenere un prestigioso incarico alla Columbia University, quando viene pubblicato un libro che aveva scritto anni addietro assieme all'amica Abby (Melissa McCarthy), nel periodo in cui le accomunava la passione per i fenomeni paranormali. Per una scienziata avere reperibile on line una pubblicazione in cui sostiene l'esistenza dei fantasmi non è certo un bel biglietto da visita e infatti Erin viene presto allontanata dalla sua cattedra universitaria. Ma non resta a lungo senza lavoro: Manhattan comincia a essere invasa da presenze spettrali e c'è bisogno di qualcuno che dia loro la caccia. E' così che Erin e Abby, assieme alla geniale inventrice Jillian (Kate McKinnon) e a Patty (Leslie Jones), una cittadina dotata di un coraggio non comune, decidono di formare un team di acchiappafantasmi.

Per non incorrere nel reato di lesa maestà agli occhi dei fan, il regista del nuovo film, Paul Feig, lo ha dotato di una personalità ben distinta da quella del precedente. Per prima cosa se ne discosta volgendo tutto il cast al femminile e inserendo un centralinista svampito cui dà volto e muscoli Chris Hemsworth. Rivisitare lo stereotipo di genere della segretaria bionda e stupida ribaltandolo al maschile è solo la prima di tante efficaci trovate. Come action comedy a sfondo soprannaturale il "Ghostbusters" dei giorni nostri funziona e la visione è gradevole: il cast si presenta affiatato e all'altezza, gli effetti visivi appaganti, ci sono numerosi momenti divertenti e non mancano doverosi tributi al film originale. Non siamo di fronte alla cocente delusione che certe rischiose operazioni di riciclo di vecchi successi spesso comportano, ma bisogna ammettere anche che non bastano le comparsate autoironiche degli interpreti del primo Ghostbusters, né una sceneggiatura in parte ammiccante all'originale per ricrearne la magia. Energia e giocosità sono intatti ma nella versione appena uscita ci si diverte grazie a una comicità demenzial-cartoonesca che lascia il tempo che trova.

Vista la compresenza di gag slapstick e di qualche jumpscare, i deja vu si hanno più con "Scooby Doo" che con l'omonimo d'annata: insomma, siamo lontani dal carisma e dalla qualità espositiva di allora.

In definitiva il nuovo "Ghostbusters" è in linea con il desiderio di svago estemporaneo caratteristico dell’epoca in cui è stato creato, il che lo condanna a non lasciare il segno.

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