
Presentato al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard, il terzo film da regista di Asia Argento, (dopo "Scarlet Diva" ed "Ingannevole è il cuore più di ogni cosa"), è scritto a quattro mani con Barbara Alberti ed ambientato nella Roma degli anni 80. Aria (Giulia Salerno) ha nove anni e vive con i genitori, un attore famoso (Gabriel Garko) e un'affermata pianista (Charlotte Gainsbourg), e con le figlie che ciascuno di loro ha avuto da una precedente relazione: Donatina (Anna Lou Castoldi) e la perfida Lucrezia (Carolina Poccioni). Quando la coppia sceglie di separarsi, Aria è quella che più ne paga le conseguenze perché costretta a fare la spola fra la casa del padre, irascibile e narciso, e quella della madre, instabile sia mentalmente sia sentimentalmente. La bambina si arrangia a sopravvivere con le proprie risorse, vagando per la città con un piccolo bagaglio e la gabbia contenente il suo gatto nero. Non è solo in difficoltà col mondo degli adulti, nevrotici e anaffettivi, ma anche con quello dei coetanei, tra amicizie deluse e prime cotte non corrisposte.
Il film, denso di riferimenti autobiografici fin dal nome della protagonista che è il secondo nome della Argento, ha un titolo e una sinossi che non devono trarre in inganno lo spettatore: non si tratta di un melodramma familiare quanto di una sorta di romanzo di formazione un po' dark e caratterizzato a tratti da una spassosa bagarre. Si sorride grazie al filtro volutamente grottesco con cui è ritratta la situazione di disagio infantile, soprattutto quando vengono mostrati i genitori, esagerati e borderline. Una scelta, la caratterizzazione sopra le righe di questi ultimi, che nasconde probabilmente la volontà della regista di irridere una certa alta borghesia artistoide e pareggiare in questo modo i conti con alcuni trascorsi personali, perché è indubbio che, in mezzo a tante esagerazioni, si dicano e mettano in scena alcuni frammenti di verità. Il film ha poco a che spartire con l' "Incompreso" di Comencini (che la ragazzina protagonista a un certo punto guarda in tv) e ricorda più le atmosfere de "Il tempo delle mele", complice anche il fatto che gli anni 80 siano stati ricreati nei minimi dettagli.
In quest'opera narrativamente un po' anarchica, a funzionare meglio sono le parti bizzarre e barocche grazie ad un cast capace e appropriato, mentre il continuo riproporre con le stesse dinamiche il palleggio della bambina dalla casa di un genitore a quella dell'altro rischia di annoiare. 538em;">"Incompresa" è il frutto di un'anima che si è messa a nudo con grande generosità e che ha cercato di metabolizzare le asprezze incontrate nel suo percorso di crescita rendendosene testimone anziché vittima e cogliendo, dove possibile, tracce di ilarità.
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