Ricomincia da dove aveva lasciato. Milo Infante da domani torna in video su Raidue. Intanto con Generazioni Giovani, il programma che guarda all'attualità con gli occhi dei ragazzi, in onda al sabato mattina alle 10. Poi, dal 26 ottobre, con Ore 14, trasmissione quotidiana di approfondimento. Dunque nella stessa collocazione oraria di quell'Italia sul 2 e Pomeriggio sul 2 che lo rese un volto popolare.
Rimasto un anno e mezzo lontano dalle telecamere, impegnato nella vice direzione del primo canale, Infante si riprende gli spazi di un tempo dopo una lunga vertenza con l'azienda in cui si è visto riconoscere, tra le altre questioni, anche la reintegrazione nelle mansioni di conduttore. Comunque, questa è acqua passata.
«Generazioni Giovani» sarà diverso dall'ultima edizione?
«L'idea di base è la stessa: aprire il microfono ai ragazzi, metterli in comunicazione con i loro genitori. Sono contento che torni questo programma perché mancava uno spazio per i giovani: non ho mai capito perché l'allora direttore Carlo Freccero abbia deciso di chiuderlo. Di diverso c'è che saremo in diretta e dunque più puntuali sull'attualità e più presenti sui social. In studio, a causa delle regole sul Covid, avremo solo sette ragazzi invece di venti, alcuni hanno partecipato alla scorsa edizione».
In concreto come si affronta la cronaca parlando con i teenager?
«Per esempio nel caso dell'omicidio di Willy, che sarà argomento della prima puntata, gli faremo raccontare le loro esperienze di movida: quasi sempre assistono o vengono coinvolti in risse. Faranno anche una proposta attraverso i social di istituire un Daspo per le discoteche, per impedire l'ingresso ai violenti. L'intento di base è raccontare la realtà senza letture ideologiche».
Che significa discostarsi da una visione di sinistra com'è nell'intento di questa Raidue?
«Secondo me raccontare quello che accade non è di destra né di sinistra, e poi ormai questa distinzione non esiste più. Così come devono finire i tempi del politicamente corretto che in certe situazioni nasconde la verità. Per esempio, nel caso dell'uccisione del prete di Como, don Roberto Malgesini, si è fatta disinformazione: è stato raccontato che l'omicida era accusato solo di reati non gravi, ma vi pare che estorsione e maltrattamenti in famiglia non lo siano?».
Da ottobre torni alla guida dello spazio del primo pomeriggio, di cui sei stato protagonista per un decennio
«Sarà un programma di stretta attualità, di solo un'ora. Andiamo in onda più tardi delle altre trasmissioni perché la rete ospita il Tour de France e il Giro d'Italia. Non sarà facile recuperare questo gap, ma confidiamo di ritrovare il nostro pubblico. E speriamo che l'azienda ci dia il tempo di crescere. Intanto, abbiamo raggiunto già un traguardo: realizzare due programmi, Generazione Giovani e Ore 14 con un il solo budget del secondo. Il primo sarà a costo zero perché abbiamo ottimizzato le risorse, usando stessi autori, filmaker, operatori, parte delle immagini»..
Andrete in onda in contemporanea a Oggi è un altro giorno di Raiuno: anche se il talk di Serena Bortone ha una linea diversa rischiate di pestarvi i piedi.
«È una questione che mi
sono posto. L'azienda ritiene che non ci sia incompatibilità, anche se finora in quello spazio il primo canale aveva avuto soft news. Vedremo cosa accadrà. Certo è che Ore 14 è costruito per il pubblico del primo pomeriggio.
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