"Generazione 56K": l'amore non è social

Su Netflix la serie italiana che racconta le emozioni dei nati pre millennio

"Generazione 56K": l'amore non è social

Dal modem al 5G, passando per l'amore. C'è una generazione che si è presa in pieno la sberla della rivoluzione Internet: sono gli adolescenti degli anni Novanta, quelli che hanno dovuto ridefinire le categorie di tempo (da prima o poi a ora e subito), di spazio (tutto è qui), di informazione e possesso (ora conta l'accesso) e, come no, di amore. Perché amarsi ai tempi del walkman o del primo modem non è la stessa cosa che farlo ai tempi del doppio baffo blu di avvenuta lettura su whatsapp. Dal 1 luglio è disponibile su Netflix la prima stagione di Generazione 56K, parto della fantasia di casa The Jackal , nella persona di Francesco Ebbasta, ideatore insieme all'head writer Davide Orsini: 8 episodi che fanno ping pong tra l'isola di Procida e Napoli, tra gli anni Novanta colorati delle canzoni degli 883 (ma anche dei classici dei decenni precedenti, e dai riferimenti a Il Postino con Massimo Troisi) e l'oggi in perenne corsa telematica, seguendo la vita di un gruppo di giovani tra cui, protagonisti centrali, Daniel e Matilda (Angelo Spagnoletti e Cristina Cappelli nella versione adulta), conosciutisi in verde età ma innamoratisi da grandi. Daniel è un genietto che crea app per lavoro ma, spiega lo stesso protagonista, «soffre questa dipendenza dalla tecnologia, vuole riscoprire il valore del tempo, del darsi tempo, ritrovando una dimensione interiore più che apparente». La tecnologia come mezzo e non come fine.

Matilda ha avuto un'adolescenza famigliare difficile, «pensa di aver capito tutto di sé ma Daniel saprà farla tornare allo stato di impulsività e coraggio che aveva da ragazzina». Intorno a loro, amici facili da amare tra cui anche due della banda The Jackal, Gianluca Fru nei panni del nerd autoprotettivo Luca e Fabio Balsamo in quelli dell'adulto fatto e finito e felice di esserlo, Sandro. «Doveva essere un romanzo spiega l'ideatore Francesco Ebbasta ma in verità sarebbe stato un pessimo romanzo, grazie al cielo è diventata una serie. L'idea mi nacque anni fa quando, in un suggestivo tramonto, un mio amico appena sposato mi confidò di essere felice della scelta fatta, ma di coltivare dubbi su eventuali chance esistenziali perdute: la moglie l'aveva conosciuta nel suo paesino».

Come può essere la vita fuori da Procida? Come dice Francesco Ebbasta: «Siamo 7 miliardi di persone interconnesse tra loro. Ora, quante possibilità ci sono che la donna della tua vita sia nata e viva nella stessa città in cui vivi tu da quando sei nato?». La serie Generazione 56k proverà a dircelo.

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