Da Giletti a De Filippi Ecco la ricetta per gli show da record

Da Giletti a De Filippi Ecco la ricetta per gli show da record

Scusate se sette milioni di persone non sono poche. Anzi, sono un patrimonio immenso: per la soddisfazione personale, per i ricavi economici, per la forza di una rete. Sabato sera, Italia’s Got Talent, lo show del sabato sera di Canale 5, ha chiuso una stagione mirabolante con cotanti spettatori e uno share altissimo del 30,53 per cento. Non solo un risultato eccezionale, raro per la Tv «spezzatino» di oggi, ma anche uno schiaffo a chi da tempo ha decretato la crisi della Tv generalista, la morte dei programmi dai grandi numeri, la fine dell’epoca dei super presentatori. E pure a chi non si capacita del successo di un programma basato su «fenomeni da baraccone» e su una «semplice rivisitazione in chiave moderna della Corrida».
Certo, non c’è dubbio che il mondo televisivo è completamente cambiato e che l’erosione di pubblico dalle reti tradizionali è costante e incessante. Come non c’è dubbio che molti programmi si sgretolano sotto i colpi di una concorrenza più moderna come quella satellitare e del web. Però ce ne sono alcuni, ormai pochi, che restano super popolari, e sanno ancora agganciare la parte più semplice della popolazione (non solo anziana) senza scadere nella volgarità e nel trash più becero.
Oltre a Italia’s, nell’annata 2011-2012, come non ricordare la splendida performance di Fiorello con il suo show il più grande spettacolo dopo il weekend, non per nulla premiato ieri al Premio regia Tv come miglior personaggio dell’anno. E, se vogliamo ragionare sempre sui grandi numeri (che, aldilà di tutte le critiche all’Auditel, comunque qualcosa vogliono dire) non si può dimenticare il Sanremo di Morandi-Papaleo. E, nei programmi stagionali, L’Arena di Massimo Giletti che, ogni domenica nel primo pomeriggio (non alla sera in prime time), raccoglie tra i quattro e i sei milioni di spettatori. E, ancora, il boom di Panariello che nell’esordio di lunedì scorso ha collezionato sei milioni e mezzo di spettatori. Per non parlare degli altri show che, se non raggiungono queste vette, raccolgono comunque un ampio consenso di pubblico, come Ballando con le stelle che, nonostante venga staccato di molti punti dal concorrente Italia’s, raggranella comunque ogni sabato sera cinque milioni di affezionati spettatori e gli storico Zelig e Striscia la notizia di Canale 5.
E, allora, cos’hanno in più questi programmi che, nonostante tutto, riescono ancora a sfondare? Nel caso di Fiorello s’è già detto e ridetto: assoluta bravura dello showman unita a una maniacale preparazione e a un grande budget a disposizione.
Nel caso, invece, di Italia’s got talent, lo show vinto da un talento vero (l’uomo bandiera Stefano Scarpa), ha funzionato il mix di vari ingredienti: l’alchimia perfetta, insieme all’ironia, che si è creata tra i tre giurati (Maria De Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi); la coppia di presentatori Simone Annicchiarico e Belen, un po’ stralunata e confusionaria ma simpatica; la scelta di selezionare un vastissimo cast; l’alto numero di esibizioni proposte in ogni puntata che, grazie al buon lavoro di montaggio, davano l’impressione di un grande ritmo alla trasmissione. E, pazienza, se alcuni concorrenti erano veramente al limite, anzi, oltre la soglia dell’imbarazzo. Non per nulla il direttore di Canale 5 ha motivi per essere contento e annunciare che tutta la squadra «tornerà in campo l’anno prossimo nella quarta edizione, per partecipare alla quale hanno già fatto domanda centinaia di nuovi aspiranti concorrenti».
E che dire di Massimo Giletti? La sua Arena in effetti sorprende: non tanto per i motivi per cui piace, ma per la quantità di pubblico che cattura. Mica facile immaginare cinque milioni di persone che alle due del pomeriggio di domenica, piuttosto che fare qualsiasi altra cosa, da un pisolino a una passeggiata, se ne stanno incollati alla Tv.

Lui ci sa fare: sapienza nell’uso del mezzo televisivo, un pizzico di malizia, qualche scandaletto sapientemente dosato, alcune polemiche al limite dell’invenzione, battibecchi di rito, buone interviste e il suo noto charme.
Insomma, i becchini hanno poco da lavorare finché panzer come De Filippi, Scotti e Fiorello (quando ci fa la grazia di apparire) continueranno a essere in giro.

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