Giletti qui, Giletti là, Giletti chissà. In piena estate uno dei più importanti e seguiti conduttori (ex?) Rai sta diventando un tormentone perché al momento non risulta ancora accasato, nessun programma ufficialmente assegnato, zero presenze in palinsesto. Ora sembra in volata per La7, obiettivo il venerdì in prima serata. Giletti chissà.
Era in Rai, con un talk show di grande ascolto e assoluto rilievo politico (L'Arena su Raiuno), qualche prima serata (con share stellari) e un importante engagement pubblicitario (si parla di otto milioni di euro l'anno). Però è apparentemente sparito dagli obiettivi Rai. Non è stato annunciato nel calendario della prossima stagione e da quel momento è partita la sarabanda perfetta per i giornali d'estate. Va a Mediaset. No, condurrà Sanremo. Forse ha firmato per La7. Ieri Alberto Dandolo sull'informatissimo Dagospia ha garantito che Giletti sarà su La7 al venerdì sera e che l'annuncio dell'accordo sarà fatto con un'intervista al Corriere della Sera di Urbano Cairo, che è presidente del Consiglio di amministrazione di La7 spa ma, nello stesso tempo, anche presidente e amministratore delegato di Rcs MediaGroup che pubblica il Corriere della Sera. Stando alle indiscrezioni, all'orizzonte ci sarebbe un talk show da sbarco in Normandia: 5 giornalisti inviati sul campo, 5 impiegati in redazione e due a disposizione del conduttore. Uno spiegamento di forze assai rilevante, visti i tempi grami dell'editoria, e all'apparenza superiore a quelli di altri talk show anche di prima serata su reti ammiraglie.
Per capirci, Massimo Giletti occuperebbe la stessa fascia oraria una volta «firmata» da Gianluigi Paragone con l'obiettivo di sbarcare in onda anche alla domenica pomeriggio, più o meno nello stesso orario dell'Arena e in concomitanza con la Domenica Live di Barbara D'Urso su Canale 5 (che secondo Dagospia tirerebbe un sospiro di sollievo, non dovendo più fare i conti con un competitor così agguerrito). Un effetto domino che avrebbe ripercussioni sensibili nel delicatissimo mondo dei talk show. Specialmente in una fase che sta assestando e ritoccando gli equilibri comunicativi in vista di elezioni attese, per l'ennesima volta, come politicamente sanguinarie e strategicamente decisive.
Per capirci, sono giornate molto complesse su questo fronte che si allunga tra l'editoria e la politica. Il 27 luglio, durante il consiglio d'amministrazione della Rai, il direttore generale Mario Orfeo ha ribadito la scelta di accantonare L'Arena, spiegando che Giletti non ha risposto a nessuna delle proposte Rai (dodici prime serate al sabato sera su Raiuno e reportage dai fronti dove sono impegnati i contingenti militari italiani). Dopo, un assordante silenzio. Da Viale Mazzini non è più arrivata alcuna dichiarazione ufficiale di rilievo nonostante Giletti sia da considerare, senza se e senza ma, uno dei goleador della tv pubblica. In più, tra gli spettatori, in mancanza di spiegazioni ha iniziato a circolare un po' di disappunto. Senza dare valutazioni critiche, dal 2005 L'Arena si è consolidata tra gli appuntamenti fissi di una consistente fascia di abbonati che, in quel talk show, ha trovato un ancoraggio informativo sempre aggiornato e sufficientemente autonomo da qualsiasi condizionamento editoriale. Per qualcuno, anzi, proprio questa indipendenza ha scatenato i malumori della tv di Stato, specialmente in quella fascia dirigenziale che, per necessaria generalizzazione, viene definita «renziana». Nel frattempo, voci beneinformate di Mediaset escludono l'esistenza di alcuna trattativa per il «trasloco» a Cologno Monzese.
Insomma se, dopo quasi trent'anni di Rai, Giletti arrivasse davvero a La7 potrebbe trovare Giovanni Minoli, nella cui squadra di Mixer ha iniziato a farsi luce come giornalista nel 1998.
Al momento però, nonostante siano stati diffusi informalmente i connotati
dell'eventuale talk show, non risulta alcuna firma né sono noti i risvolti e i dettagli economici del contratto con la rete di Cairo. Tutto perfetto, quindi, per la prossima puntata della trattativa più caliente dell'estate.
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