Non si accettano scommesse. Se Collective non dovesse vincere nella categoria del Miglior Documentario ai prossimi Oscar, sarebbe un vero scandalo. Questo (che concorre anche come Miglior Film Straniero) è probabilmente il più bel titolo sul giornalismo dopo Quarto Potere. Talmente (s)co(i)nvolgente ed emozionante da fartelo sembrare un grandissimo thriller, più che un documentario. Presentato alla Mostra di Venezia 2019, è finalmente arrivato, se non al cinema, almeno in televisione, con possibilità di noleggio sulla piattaforma IWonderfull. Di cosa parla il doc rumeno? Si parte da una tragedia, quella consumatasi il 30 ottobre 2015. Il Colectiv, per chi non ricordasse l'episodio, era una discoteca di Bucarest e quella tragica sera vi si stava esibendo la band metal Goodbye to Gravity. D'improvviso scoppia un incendio che, come mostrano drammaticamente le immagini, in pochi minuti trasforma la sala in una trappola mortale per i ragazzi assiepati. Con un bilancio tremendo. Ben 27 persone muoiono la sera stessa, e altre 37 nel giro di quattro mesi, per i danni subiti. E proprio su questi decessi il giornalista Catalin Tolontan, caporedattore del quotidiano sportivo Gazeta Sporturilor, inizia a indagare. La maggior parte delle persone ricoverate in ospedale e poi morte aveva ferite curabili, sul 10-15% del corpo. Come è possibile che siano decedute? Il documentario ci porta dentro la redazione, facendoci seguire gli sforzi del gruppo di giornalisti che prova, riuscendoci, a far luce sul mistero. Svelando, giorno dopo giorno, la verità sconvolgente. Molti ustionati morirono perché negli ospedali li si puliva con flaconi di disinfettante diluito al 10%, con la compiacenza del governo, costretto a dimettersi dopo lo scandalo nazionale.
La troupe di Alexander Nanau si mette anche, come un'ombra, a fianco del nuovo ministro della Sanità, in lotta contro i mulini a vento di un sistema corrotto fino al midollo, con connivenze politiche e non solo. Il risultato è un capolavoro, meglio di tanti noir. Un film che ti lascia senza fiato e che andrebbe proiettato nelle redazioni di molti quotidiani italiani.
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